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Mentre alcuni titoli continuano a rotolare giù, ci sono altri che non smettono di crescere e puntare a continui rialzi anche ai tempi del coronavirus.
Quali sono?
I best of in continuo rialzo coronavirus e non
In un mondo quasi surreale, fatto a pezzi da un Virus invisibile, le quotazioni di alcuni Big tecnologici statunitensi sono decisamente contro tendenza.
Amazon e Netflix hanno fatto registrare massimi storici in questi giorni.
La prima ha rotto con forza i massimi di area 2187$, dopo aver ritestato i minimi di giugno 2019.
Mentre la seconda dopo aver rimbalzato in area 292$ ha innescato una salita del 42%, rompendo i massimi di sempre in area 423$ e guadagnando il +10% rispetto a prima dello scoppio della pandemia.
Ma cosa c’è dietro ad alcuni specifi rialzi per il coronavirus?
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Cosa si nasconde dietro i rialzi da coronavirus
Queste quotazioni hanno una loro razionalità.
Nel momento in cui il mondo è bloccato in casa, proprio gruppi come Netflix (che offre film e serie tv in streaming) e Amazon (vendite a domicilio) hanno il loro ovvio momento di gloria.
Gli investitori, dopo una fase a inizio marzo in cui vendevano indiscriminatamente di tutto per la necessità di reperire cash, sono tornati a selezionare le Borse su cui investire e i titoli.
Privilegiata così la Borsa Usa che è rimbalzata più in fretta rispetto a quelle europee e titoli come Amazon e Netflix rispetto ad altri.
Questo è un segnale di normalità, positivo dunque, peccato che l’Italia, con la Borsa di Milano, non sia nel club dei preferiti.
Piazza Affari e la sfida del coronavirus
Piazza Affari difatti cade del 4,78%: pesano le banche, lo spread, la frenata del Pil e il dibattito sul Mes.
Un brusco ritorno alla realtà quello che hanno vissuto ieri i mercati finanziari. che si erano fatti strada grazie al rimbalzo delle ultime settimane.
Amaro risveglio anche per la possibilità che i titoli di Stato italiani passino ulteriormente indenni la tempesta grazie allo scudo fornito dall’intervento Bce.
A contribuire sono state da una parte le indicazioni negative in arrivo dall’economia reale, con i bilanci trimestrali delle società, oltre ai dati impietosi della produzione industriale Usa, in calo del 5,4% già a marzo e, in ultimo anche il nuovo crollo del prezzo del petrolio sotto i 20 dollari al barile, nonostante i tagli alla produzione.
E proprio riguardo ai tagli l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) ha svelato gli ultimi dettagli del piano di interventi concordato da Opec Plus e G20, ammettendo che «non esiste nessun accordo fattibile che possa ridurre l’offerta abbastanza da compensare la perdita di domanda nel breve periodo».
Dai paesi consumatori in particolare non è arrivato l’appoggio auspicato.
Non solo l’Europa si è tirata indietro, ma anche il Giappone non collaborerà nel ritirare i barili in eccesso.
Aprile sarà dunque ricordato come il mese nero del Petrolio.
Nessuna deroga nemmeno per i servizi energetici: la situazione Saipem
L’emergenza coronavirus ha provocato una crisi di liquidità e un’alta volatilità in tutti i mercati, non risparmiando nemmeno il comparto dei servizi energetici in cui si muove Saipem.
Da qui la decisione di ritirare la guidance per il 2020 che prevedeva ricavi a circa 10 miliardi, investimenti tecnici a circa 600 milioni e debito netto inferiore a 700 milioni di euro.
L’ AD Stefano Cao però lancia un messaggio chiaro:
«Abbiamo una struttura forte pronta ad affrontare anche questa bufera, in quanto disponiamo di asset molto solidi per fronteggiare il contesto presente e le relative prevedibili evoluzioni».
Saipem si era già proiettata prima della pandemia su nuovi mercati in aree particolarmente interessanti come eolico e fotovoltaico galleggiante, cavalcando dei mega trend che si erano già manifestati prima dello scoppio del contagio.
Avviando una diversificazione delle sue attività e riducendo la correlazione tra l’andamento del prezzo del greggio e il portafoglio ordini, l’azienda prevede di riuscire a limitare l’impatto sui bilanci.
A breve, comunque, con l’assemblea dei soci del 29 Aprile comunicheranno i dati di bilancio del primo trimestre.
E voi vi aspettate ancora rialzi da coronavirus o no?
Davide Cassaghi