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Tassazione rendite finanziarie, come funziona?
L’aliquota delle rendite finanziarie è diversa dall’aliquota dei redditi da lavoro.
Non solo, l’imposta sulle rendite finanziarie dipende anche dal tipo di rendita.
Le tasse rendite finanziarie sono diverse se derivano, ad esempio, da dividendi o dal capital gain.
Tassazione rendite finanziarie: la differenza tra le nazioni europee
La tassazione rendite finanziarie è negli ultimi 10 anni notevolmente aumentata.
Nel 2011 la tassazione rendite finanziarie era al 12,5%, ma fu portata al 20%.
Ma, poichè si sa che l’Italia è una Repubblica fondata sulle tasse, nel 2014 l’imposta rendite finanziarie fu ulteriormente alzata.
Ad oggi la tassazione sulle plusvalenze è al 26%.
Si tratta di un’imposta sostitutiva e le plus rimangono esenti dal reddito Irpef.
Una grande differenza rispetto ad altre nazioni, negativa, ma anche positiva.
In USA la tassazione è al 20% poichè si riconosce all’investitore il grande rischio che ha generalmente l’investire in azioni.
Mentre Lussemburgo, Turchia, Belgio, Svizzera, Slovacchia non riscuotono tasse sulle plusvalenze.
Sono invece al 15% in Repubblica Ceca, Grecia e Ungheria.
Se ci sono nazioni più favorevoli non basta spostarsi di molto per trovare invece tasse rendite finanziarie più onerose.
In Danimarca si paga il 42% sul capitali gain, mentre in Irlanda il 33% e in Finlandia il 34%.
Restano vicini a noi per importo i Paesi Bassi con tassazione al 26,9% e Slovenia al 27,5%.
Ci rimane facile vincere sui francesi che hanno una tassazione al 30%.
Quali redditi non pagano l’imposta sulle rendite finanziarie?
Sono esenti dall’imposta rendite finanziarie tutti quei redditi che sono soggetti a tassazione IRPEF.
Nel dettaglio sono i renditi fondiari, redditi di impresa, redditi da lavoro autonomo e dipendente, redditi diversi.
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La differenza tra capitali
Quando si parla di imposta sulle rendite finanziarie si deve distinguere tra la diversa natura della rendita finanziaria.
I dividendi non sono uguali al capital gain e così la tassazione è diversa.
Bisogna così distinguere i guadagni ottenuti in base alla tipologia di reddito, se da capitale o diversi.
A normare il tutto è l’art. 44 del TUIR, che definisce i redditi da capitale e distingue tra:
- redditi dipendenti da rapporti di finanziamento
- redditi da partecipazioni
Nel primo caso si intendono tutti quei redditi riconducibili all’interesse.
Parliamo di mutui, conti deposito o corrente, obbligazioni.
Il secondo caso fa riferimento ai rapporti derivanti da partecipazioni in società.
Ma anche in enti soggetti all’IRES e le partecipazioni al patrimonio dell’emittente.
Contribuiscono a formare la rendite finanziarie anche:
- le rendite perpetue,
- proventi dovuti alla gestione collettiva di patrimoni immobiliari,
- compensi per prestazioni di garanzia,
- redditi generati da capitali derivanti da assicurazioni sulla vita e di capitalizzazione.
I redditi diversi
Costituiscono invece redditi diversi tutti i redditi derivanti da cessione di partecipazioni.
Ancora anche i contratti di associazione in partecipazione e la cessione di titoli come valute, derivati, certificati.
Ma della tassazione del capital gain parleremo approfonditamente in un futuro articolo.
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Tasse rendite finanziarie e la dichiarazione
Premettiamo subito che inserire l’imposta rendite finanziarie in dichiarazione dipende dal tipo di regime fiscale che avete scelto.
Nel caso in cui le plusvalenze siano generate in regime amministrato rimane tutto più semplice.
Sarà direttamente l’istituto ad applicare l’imposta rendite finanziarie.
Voi vi ritroverete il rendimento già tassato senza fare nulla.
Diverso invece se avete optato per il regime dichiarativo.
In questo caso dovrete compilare voi in sede di dichiarazione dei redditi.
La tassazione rendite finanziarie deve essere inserita sul modello Redditi PF.
Si deve inserire sui vari quadri RM – RT o, in alcuni casi, RL.
Anche le rendite finanziarie da interessi da plusvalenze dipendenti dalla vostra attività di investimento.
La documentazione relativa alla rendita dovrà essere conservata per almeno 5 anni.
Nel caso del 730 i redditi da capitale si inseriscono nel quadro D.
Si devono inserire quelli che non sono sottoposti a ritenuta a titolo d’imposta o imposta sostitutiva.
Alla riga D1 si inseriscono le rendite finanziarie derivanti da partecipazioni qualificate.
Alla riga D2 si inseriscono invece gli altri redditi da capitale sempre al lordo delle ritenute di acconto.
Come avrete capito le tasse delle rendite finanziarie dipendono dalla tipologia di reddito che avete.
Per questo, almeno inizialmente, informatevi sempre dal vostro commercialista su come è meglio procedere.
Alessandro Moretti