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Vuoi diventare trader professionista?
Scopriamo insieme quanto si guadagna e come ci si diventa.
Ma se vuoi essere un trader professionista scopriamo ora i più grandi, i migliori, i trader famosi che hanno capacità e patrimoni inimmaginabili!
Iniziamo da loro…
Chi sono, quanto sono ricchi, ma soprattutto…
Qual è la loro storia e cosa può insegnarci per diventare trader esperto?
Scopriamo insieme chi sono i trader professionisti famosi più ricchi del mondo, i loro nomi e quanto hanno accumulato attraverso il trading.
Come tutte le attività il trading richiede tempo, studio ed esperienza e i protagonisti di questa classifica, oltre ad un pizzico di fortuna, non si sono risparmiati in dedizione e formazione.
Quali sono i Trader più ricchi e famosi?
Trader professionista n°1: George Soros
Soros, oltre ad essere il trader più famoso, è anche uno tra i più ricchi del mondo.
Ad oggi ha un patrimonio stimato di oltre 8,3 miliardi di dollari.
Come detto, non è uno che ha scommesso, ha alle spalle una solida formazione.
Laurea alla London Business School con un master in filosofia.
Proprio alla filosofia deve quasi tutto, infatti ha avuto il merito e il coraggio di aver applicato la teoria generale della riflessività di Karl Popper ai mercati dei capitali.
Egli stesso afferma che, attraverso queste applicazioni, ha maturato una maggiore conoscenza sia delle bolle speculative e del valore dei titoli di mercato, sia delle discrepanze di valore utilizzate in borsa.
Dopo gli studi ha lavorato per alcune banche commerciali, per poi avviare il suo primo hedge fund.
Soros è l’uomo dei record e della spregiudicatezza: è riuscito a guadagnare 1 miliardo di dollari in un solo giorno, come?
Sbancando la banca d’Inghilterra.
Il 16 settembre del 1992 vendette sterline a pronti contro termine per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari e la Banca d’Inghilterra fu costretta a svalutare la sterlina.
Soros ha anche contribuito a svalutare la lira ed è stato condannato nel 2002 per insider trading.
Da sempre nelle sue strategie e nelle sue speculazioni, predilige le valute e le strategie di trading long term strettamente correlate ai Fondamentali di Mercato.
Un trader professionista del forex insomma!
Di fronte a tante ricchezze l’ungherese è molto attivo sul fronte politico e ha fondato una sua fondazione, Open Society Foundation, con cui ha il potere di elargire importanti donazioni alle cause a cui più tiene.
Trader professionista n°2: Alexander Elder
Segue Soros, Alexander Elder.
La ricchezza di Elder si aggira su alcuni miliardi di dollari, ma non è ben capitalizzata.
Elder, russo di origine, ha studiato psichiatria e non nasconde come questa disciplina lo abbia aiutato nell’affinare le sue tecniche di trading.
Proprio per il trading ha lasciato la medicina.
È uno dei trader più famosi tra gli esperti in analisi tecnica, oltre che, appunto, di psichiatria e psicologia.
Per fortuna per noi ha dedicato una buona parte della sua vita a fare formazione.
Numerosi sono i saggi che ha scritto, alcuni di essi veri e propri bestseller e immancabili letture per imparare e scoprire nuove strategie.
I più importanti sono “Mind, Method and Management “o “Come into my trading room”.
I tre capisaldi della sua strategia possono essere riassunti in 3M come il libro poc’anzi citato: mente, metodo e tempo di gestione del denaro (management).
Una mente davvero brillante che non si limita, ma elargisce le sue tante conoscenze e metodiche.
Trader professionista n°3: Martin Schwartz
Settantacinquenne ex capitano dei Marines, dopo un Mba alla Columbia e l’attività di analista finanziario Martin Schwartz ha avuto alcuni periodi bui che però ha avuto modo di riscattare.
Lui è il classico esempio del trader famoso che riesce a fare soldi in brevissimo tempo.
È riuscito a trasformare un capitale iniziale di 70.000 dollari in 100.000 dollari, e da lì in un anno ha sestuplicato il suo patrimonio arrivando a 600.000 dollari.
Egli ricorda come nei suoi tempi d’oro riusciva a guadagnare anche 70.000 dollari al giorno.
Molta di questa ricchezza dipende dalla sua strategia di Day trading e dallo strumento su cui investe: le opzioni, che permettono molti guadagni, ma sono anche molto rischiose.
Trader professionista n°4: Ray Dalio
Non poteva non comparire nella nostra classifica dei trader famosi anche Ray Dalio, cinquantottesimo nella lista Bloomberg delle persone più ricche del mondo con il suo patrimonio di 18 miliardi di dollari, di cui ben 2 guadagnati nell’ultimo anno.
Ha fondato la Bridgewater Associates, che è l’hedge fund più grande al mondo, tanto che oggi gestisce ben 180 miliardi di dollari.
Nella bridgewater vige la massima trasparenza, infatti i suoi manager hanno la possibilità di acquisire quote dei fondi in totale libertà.
Dalio, di origini italiane, ha comprato le sue prime azioni all’età di 12 anni e, dopo una laurea in finanza e un Mba ad Harvard, ha seguito la sua passione lavorando come broker ed analista per importanti fondi.
La sua strategia si basa sull’analisi fondamentale delle aziende e sulle analisi di dati macroeconomici come tassi di interesse e di inflazione.
Su queste analisi compra di volta in volta centinaia di titoli (azioni, valute, materie prime) che gli consolidano i ricavi e gli permettono di differenziare.
Anche Dalio, come altri grandi miliardari, è molto impegnato in diverse attività di beneficenza.
Recentemente ha perso il proprio figlio, e anche se non ci leggerà mai, a lui vanno le nostre più sentite condoglianze.
Trader professionista n°5: David Siegel
Così come non poteva mancare nella nostra classifica dei trader professionisti anche David Siegel che, come altri, ha studiato tanto per diventare trader che è oggi.
Dottorato in informatica conseguito al MIT e un lavoro al fianco di Jeff Bezos, Siegel è uno dei primi fondatori di un sito internet di servizi personali finanziari integrato.
Ma è soprattutto uno dei cofondatori di Two Sigma Investment, uno dei primi hedge fund ad essere all’avanguardia della tecnologia nella presa delle scelte del trading.
Oggi, infatti, Two Sigma è tra le principali società ad utilizzare l’intelligenza artificiale e il machine learning nel trading.
La sua strategia non poteva, dunque, essere che Technologies based, si basa infatti sul Time Sharing.
Questo è un approccio concorrente del sistema operativo all’uso delle risorse di elaborazione, attraverso il quale l’esecuzione o l’attività della CPU viene suddivisa in quanti o in intervalli temporali.
Ad oggi gestisce ben 39 milioni di dollari.
In aggiunta alle sue strategie vi consigliamo anche di leggere le sue teorie sull’influenza della tecnologia nella società, che lo hanno portato a fondare Scratch e ad essere molto impegnato nella beneficenza.
Il suo attuale patrimonio è di 6,1 milioni di dollari.
Trader professionista n°6: Larry Hite
Lui è considerato tra i padri fondatori del trading.
Prima di diventare trader ha lavorato per anni presso la Brokerage House americana.
Ha alle spalle un passato un po’ non convenzionale per questa classifica.
È stato, infatti, promotore di musica rock nonché attore e sceneggiatore ma, a causa di una serie di incidenti nel 1968, dovette dedicarsi a fare l’agente di cambio.
È solo dopo molto studio ed esperienza che nel 1981 ha aperto la sua società, la Mint Investment Management Company.
Le sue strategie di trading si focalizzano sulla gestione del rischio, con l’intento di ottenere delle performance importanti.
Mentre il suo strumento d’elezione sono le materie prime, di cui è stato il più grande consulente al mondo.
Oggi ha una posizione più tranquilla rispetto al passato ma non smette di fare il trader professionista e di essere attivo nella ricerca e nelle collaborazioni.
Con la sua Hite Capital Management ha elaborato svariati saggi di carattere formativo e scientifico, in particolare sul trading sistematico.
Come altri è impegnato nel sociale, in particolare nel settore dell’educazione.
Ma continuiamo il nostro viaggio su quanto guadagna un trader professionista con un altro nome fondamentale.
Trader professionista n°7: Stanley Druckenmiller
Druckenmiller è stato dal 1988 al 2000 uno dei gestori per Soros per il Quantum Fund.
Nato da una famiglia della classe media, segue una formazione tradizionale: laurea triennale in letteratura inglese e una in economia.
Lascia però il dottorato in economia per fare l’analista petrolifero per la Pittsburgh National Bank.
Nel corso della sua vita e della sua carriera lavorativa, grazie alla sua abilità e alle posizioni lavorative strategiche che ha occupato, ha accumulato un capitale ingente e pari, nel 2017, a 4,4 miliardi di dollari.
La sua strategia di trading utilizza delle tecniche che riconoscono il top down.
Ex-presidente della Duquesne Capital, si è sempre occupato di mercato azionario.
Mediante questa strategia l’analista esamina delle situazioni di mercato problematiche con l’intento di investire sull’ipotesi di adeguate soluzioni.
Ha posizioni corte e lunghe, inoltre su futures e opzioni si avvantaggia dell’effetto leva.
Chissà se sarà in grado di superare il maestro Soros.
Al momento la sfida è aperta anche sul fronte della beneficenza, essendo stato uno dei maggiori donatori negli ultimi anni per cause benefiche e di ricerca.
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Trader professionista n°8: Jack D. Schwager
Schwager non è solo un trader professionista famoso, ma è anche un economista, laurea alla Brown, e matematico di fama mondiale.
Tiene svariate conferenze e seminari su tematiche legate ai numeri.
Il suo libro più famoso è “Market Wizards”.
Il suo patrimonio si stima sui 5 milioni di dollari, ma l’elevata privacy e la sua riservatezza non consentono di approfondire quale sia il suo reale patrimonio.
Nei suoi libri si è occupato di parecchi argomenti, tra cui commodities, analisi tecnica, hedge fund e altro.
È inoltre il fondatore di Fund Seeder che vi consigliamo vivamente di visitare per scoprire un lato nascosto e magico del mondo del trading.
Come avete visto, tutti hanno scelto un proprio settore, chi le valute, chi le materie prime o chi azioni ed opzioni.
Ciò che però accomuna ognuno di loro è la passione e lo studio che hanno dedicato a fare trading, oltre alla voglia costante di mettersi alla prova.
Loro sono l’élite di quel 10% di trader che hanno successo nel lungo termine.
Se, come si sente dire, fare trading è semplice, che lo possono fare tutti, allora la domanda che mi sorge è più che lecita:
“Come mai solo il 10% dei trader riesce ad avere successo, ed essere profittevole nel tempo?”
Questa è una domanda che all’inizio della mia carriera mi ha tenuto compagnia per molto tempo, sino a quando ho scoperto e capito quello che ti sto per dire.
Come diventare trader professionista?
Vediamo le caratteristiche che hanno in comune i trader professionisti famosi; prendendo spunto da questi tratti comuni, potrai anche tu migliorare il tuo modo di fare trading, salire di livello e migliorare nel lungo termine i tuoi risultati!
Ti stavo dicendo che oggi, statistiche alla mano, solo il 10% (se non anche meno) dei trader ha successo: analizziamo insieme questi dati.
Se ci pensi, in fondo, nelle pubblicità tutti ti dicono che fare trading è semplice, che guadagnare è semplice e che lo possono fare tutti in mezz’ora al giorno, o peggio, in soli cinque minuti al giorno.
Ma, allora, se fosse così semplice dovrebbero guadagnare non dico tutti, ma una buona fetta dei trader, e invece no, solo una piccolissima percentuale, ovvero meno del 10% riesce a guadagnare.
Spaventoso, non credi?
Se poi dobbiamo dirla tutta, di questo 10% possiamo dire che un buon e 7-8% è sulla parità, diciamo che non guadagna ma non perde neanche, in termini tecnici si dice che sta a breakeven.
Infine, c’è una piccolissima parte restante, quindi un 2-3% che riesce a guadagnare buone cifre nel lungo termine e diventare trader.
Anche perché, se ci rifletti bene, non è detto che uno guadagni e basta, bisogna vedere anche quanto guadagna, che risultati riesce ad ottenere.
Più sono alti i guadagni, più la percentuale dei trader professionisti che riesce ad ottenerli si schiaccia in maniera veramente preoccupante verso lo zero!
Ma a questo quesito ho finalmente la risposta per diventare trader
La risposta è semplicissima!
Fare il trader è un mestiere, è un’attività difficile, ci vogliono competenze, ci vuole esperienza, ci vuole psicologia, testa e pazienza, insomma richiede un mix di competenze e modi di fare davvero completi.
Gli unici 3 approcci dei trader di successo
È arrivato il momento di svelarti quali sono questi 3 approcci dei veri trader professionisti, per poi passare alle 5 ed uniche competenze che devi avere per diventare trader.
Prima di iniziare ti basti pensare che, così come i trader che perdono condividono dei modi di fare sbagliati comuni, i trader di successo, a loro volta, condividono modi di fare e competenze comuni, che li portano al successo!
1 Approccio da imprenditore
Il primo approccio fondamentale, secondo me, è che il trader professionista tratta il trading non come un gioco, ma come un vero e proprio business, una vera azienda, un’ impresa.
Ti ricordi quando ti ho parlato che per fare trading occorrono le stesse capacità necessarie per fare l’imprenditore?
I trader professionisti trattano il trading come una vera e propria azienda, non lasciano niente al caso, curano tutti i dettagli, hanno un approccio professionale, hanno una strategia, hanno delle regole ben precise.
Hanno un vero e proprio approccio da imprenditori: nella loro azienda gli imprenditori di successo, cioè i trader, hanno l’obbiettivo di fare le operazioni in modo tecnicamente corretto.
Questo vuol dire che non si concentrano sui soldi, che sono soltanto il risultato finale, ma in realtà si concentrano sul processo che poi genera i risultati.
Io dico sempre che nel trading i soldi sono una naturale conseguenza di un ottimo lavoro svolto.
Questa relazione nel trading non è mai così scontata, perché le persone comuni fanno trading per guadagnare soldi.
Per cui si concentrano all’inizio, per lo meno, solo sui soldi e sul fatto che il conto sale o scende, poi si fanno prendere dal panico, dalle emozioni e dall’avidità sbagliando tecnicamente e così non potranno mai diventare trader.
2 Approccio al risultato
I trader professionisti che approccio hanno?
I professionisti, invece, fanno l’opposto, sanno che i soldi sono il risultato, per cui si concentrano sul processo che porta a quel risultato.
Se realizzano bene il processo, allora il risultato sarà soltanto una diretta conseguenza.
Viceversa, se ti concentri solo sui soldi e tralasci il processo tecnico indovina cosa succede?
Che perderai soldi e basta.
Fare bene il processo significa eseguire le operazioni in modo tecnicamente corretto, una volta che hai stabilito delle regole, dei binari da rispettare, li dovrai seguire in modo rigoroso, senza uscire mai dal perimetro che ti sei delineato.
Fatto questo, nel lungo termine i risultati saranno positivi, o comunque le probabilità che i risultati siano positivi saranno molto più elevate.
Diversi saranno i risultati se un giorno segui una strategia, il giorno dopo un’altra e così via; oppure se segui una news e poi ancora un’altra, da lì non se ne esce più e il risultato inevitabilmente sarà una perdita garantita.
3 Approccio: impegnati per diventare trader
- Il tempo
- La dedizione
- Lo studio
Questi 3 elementi sono legati tra loro, perché lo studio implementa la dedizione ed il tempo che dedicherai per diventare trader.
Il trader professionista dedica tantissimo tempo allo studio, alla pratica o all’analisi.
Tutto questo è finalizzato a migliorare sempre di più le proprie capacità tecniche.
Nel trading non c’è mai un punto d’arrivo, piuttosto, è bene dire che si cerca di migliorare sempre di più: per cui all’inizio si dedica tantissimo tempo allo studio, poi al tempo per mettere in pratica quanto studiato, ed infine si passa all’analisi.
Una volta fatta l’operazione, la stessa la devi analizzare, sia che sia in profitto sia in perdita, solo così potrai capire dove hai sbagliato, o dove hai fatto centro per poter migliorare.
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Capisci l’importanza dello studio e dell’analisi?
Serve per migliorare sempre di più il proprio modo ad approcciarsi e fare trading.
Nel momento in cui raggiungi ottimi risultati dovrai continuare a studiare e rimanere aggiornato, non dovrai mai avere la presunzione di sapere tutto solo perché hai ottenuto delle performance ottime.
Il trading è un’attività che ti porta a studiare sempre.
Per diventare un trader professionista non devi necessariamente passare 10 o 16 ore al giorno davanti ai grafici, 1 o 2 ore al giorno durante le quali ti isoli da tutto e ti dedichi allo studio sono più che sufficienti, passo dopo passo senza forzare le cose, per arrivare al guadagno immediato.
Per farti capire io, ad esempio, la mattina mi sveglio sempre un’ora prima del normale, mi leggo una ventina di pagine di un libro per apprendere sempre nuove cose di volta in volta, e la nostra newsletter Il club degli investitori per avere un quadro completo su come si è mosso il mercato.
Le 5 competenze dei trader professionisti
Il trader professionista conosce la materia a 360 gradi, conosce l’analisi tecnica in tutte le sue sfaccettature e come funzionano i mercati.
In pratica vita morte e miracoli del settore specifico in cui opera.
Per esempio, se io faccio trading in azioni, conosco più il lato fondamentale delle singole aziende rispetto magari ad un trader che fa trading sul forex che conosce di più l’aspetto legato ai cambi valutari.
Devi però avere una conoscenza inevitabilmente a 360 gradi, una conoscenza che non finisce mai perché c’è sempre da imparar e perché i mercati cambiano.
La strategia!
L‘ho sempre detto, l’ho sempre sottolineato, bisogna avere delle regole precise!
I trader professionisti famosi hanno delle regole precise, e queste sono i binari che li guidano nel loro percorso.
Attraverso la discrezionalità puoi solo spostarti leggermente dal tracciato dei binari stessi, sono le regole che ti sei dato che ti permettono di muoverti in un campo limitato, che ti impediscono di fare errori di cui poi magari ti penti, oppure che possono rovinare il tuo capitale!!
Avere delle regole precise è quindi fondamentale, ma soprattutto è importantissimo rispettarle in qualsiasi condizione di mercato ti trovi.
Le regole vanno rispettate sempre, non è un caso che durante l’ultimo crollo dei mercati sono rimasto sempre fermo sulle regole che ho stabilito, senza modificare la posizione degli stop, nonostante magari i miei clienti o gli utenti del gruppo chiedevano di modificare gli stop o addirittura di eliminarli!
Se i mercati crollano devi avere i tuoi binari che ti permettono di non farti prendere dalle emozioni, i tuoi binari sono come un salvagente.
Diventare trader: gestire il rischio
Per diventare trader devi avere sia regole operative, sia regole nella gestione del rischio!!
Gestione del rischio significa gestire il capitale, mettendolo il più possibile al riparo da eventi imprevisti.
Se la strategia rappresenta i binari della tua strada, la gestione del rischio può essere vista come i limiti di velocità.
Capisci il paragone? Cerco di spiegarmi meglio, perché ci tengo che tu capisca questo step fondamentale.
La gestione del rischio ti dice proprio questo: tu non devi superare una velocità in un determinato contesto.
Se non li rispetti, e quindi magari ti lanci a 200 km all’ora in centro città, ti fai quasi sicuramente del male, se sei più fortunato ti prendi almeno una multa, ma potresti rischiare di non prenderla neanche la multa e di schiantarti magari contro un muro!!
Pertanto, la gestione del rischio va vista un po’ come i limiti di velocità che dovrai sempre rispettare.
La psicologia
La psicologia è un altro elemento importante per diventare trader.
La cosa da sottolineare non è che i trader non provano emozioni, non sono dei computer, provano emozioni, ma sanno riconoscerle e sanno anche controllarle.
Prendiamo me come esempio: io mi rendo pienamente conto quando sono euforico, quando sono impaurito oppure quando sono ansioso, ma riesco anche a controllare le mie emozioni visto che le riconosco!
Se so che se sono stressato, ad esempio, allora dovrò guardare meno i mercati, se mi sento euforico devo staccare un po’ la spina perché potrei fare troppe operazioni, oppure potrei prendermi dei rischi troppo alti.
Così come quando ho paura, so che non devo perdere opportunità per paura, ma devo controllare sempre che i parametri della strategia siano rispettati e fare le operazioni anche quando ho paura, a patto che rispettino i parametri della mia strategia.
I trader professionisti, quindi, riescono a gestire pienamente le emozioni.
Un principiante solitamente si fa prendere dalle emozioni, passa all’over trading e quindi inizia a fare più operazioni di quante dovrebbe, non ha pazienza, ha paura oppure è euforico e alterna questi stati d’animo e alla fine esce di testa!!
L’esperienza
Inevitabilmente si guadagna col tempo, con il numero di operazioni eseguite sul mercato.
L’esperienza permette di mettere sul piatto anni di pratica e può essere davvero di grande aiuto.
Può essere molto utile per gestire le situazioni straordinarie quali il crollo dei mercati.
Inevitabilmente quando ci sono questi crolli, chi ha iniziato a far trading da poco sicuramente si fa subito prendere dal panico.
In questi casi gli inesperti cominciano a fare le operazioni a caso, perché cominciano a comprare o vendere sulla base delle loro sensazioni, dei loro dubbi o peggio ancora delle loro speranze.
Ricordi della crisi del 2008-2009…
Sono esattamente questi stati d’animo che mi fanno venire in mente la crisi del 2008-2009, gli anni in cui avevo appena iniziato a far trading.
Di colpo mi sono tornate in mente quelle sedute dove i mercati perdevano il 5% un giorno, poi facevano il +4% il giorno dopo, e poi ancora perdevano il 6% il giorno dopo ancora!
In questi casi è necessario ricordarsi di non fare più operazioni di quelle che dovresti fare, perché esistono queste fasi nervose del mercato che non durano a lungo.
Quindi, l’unica scelta saggia è quella di far sfogare il mercato e rimanere alla finestra mentre il mare è in tempesta, e poi rientrare appena la situazione si calma e si riesce a interpretare di nuovo correttamente il mercato stesso.
Ecco perché ci tengo a ribadire l’importanza dell’esperienza e la piena gestione delle emozioni soprattutto in queste delicate fasi di mercato.
È vero capita anche a me di subire qualche perdita, qualche stop loss, (perché dovrei nasconderlo?).
Ma le mie perdite sono limitate e non faccio gli errori che ho fatto dieci anni fa, quando continuavo a comprare mentre i mercati scendevano e alla fine per ben due volte ho azzerato il conto!!
I 3 approcci dei trader professionisti, quindi, quali sono?
- Trattano il trading come un vero e proprio business.
- Sono focalizzati sull’eseguire bene il processo, perché poi i risultati saranno una diretta conseguenza.
- Dedicano tantissimo tempo e tantissima dedizione allo studio e alla pratica.
Le 5 competenze per diventare trader:
- La conoscenza a 360 gradi dell’argomento.
- Avere una strategia tecnica ben definita e precisa, fatta da regole precise.
- Essere in possesso di un rigoroso controllo del rischio.
- Possedere una forte resistenza psicologica, quindi saper riconoscere le emozioni e, di conseguenza, saperle controllare.
- Hanno l’esperienza che si guadagna con il tempo e con la pratica!
Ed ora arriviamo al sodo con la fatidica domanda: “Ale, ma quanto guadagna realmente un trader professionista?”
Quanto guadagna un trader?
La risposta, come spesso accade, è dipende, qualsiasi valore assoluto viene detto è comunque sbagliato perché fare il trader non significa essere dei dipendenti ed avere uno stipendio fisso.
L’attività di trading e degli investimenti è un’attività rischiosa per definizione e incerta come una qualsiasi altra impresa.
Questa frase mettitela bene in testa e stampatela a caratteri cubitali.
Per un dipendente è più semplice perché firmi il contratto da 1.500€ al mese per un tempo indeterminato, e sai che nei prossimi mesi guadagnerai 1500€.
Fin dal primo giorno in cui decisi di fare del trading la mia professione, la domanda più ricorrente è sempre stata questa: “Ale, ma quanto guadagna un trader professionista?”
La risposta, come spesso accade, e dipende, qualsiasi valore assoluto viene detto è comunque sbagliato perché fare il trader non significa essere dei dipendenti ed avere uno stipendio fisso.
L’attività di trading e degli investimenti è un’attività rischiosa per definizione e incerta come una qualsiasi altra attività imprenditoriale.
Questa frase mettitela bene in testa e stampatela a caratteri cubitali.
Per un dipendente è più semplice perché firmi il contratto da 1.500€ al mese per un tempo indeterminato, e sai che nei prossimi mesi guadagnerai 1500€.
Il trader, invece, ha dei rendimenti che sono sempre lo specchio delle sue capacità, e soprattutto della sua inclinazione al rischio.
Inoltre, non ci sarà un valore assoluto in risposta alla domanda su quanto guadagna un trader professionista, perché questo dipende dal capitale che si ha a disposizione, quindi la risposta sarà in percentuale al capitale impegnato.
Chi può dire quanto guadagna un chirurgo, un architetto, un dentista, un avvocato…
Nessuno può dirlo, dipende dalla loro bravura e da come va il mercato, se si va tutti d’amore e d’accordo, l’avvocato potrà essere il più bravo del mondo ma non lavorerà, e questo vale per qualsiasi altra attività imprenditoriale, e quindi vale anche per il trader professionista.
Negli ultimi tempi sempre più persone si affacciano al trading: a volte attratti dall’illusione di facili guadagni, altre volte consapevoli che questa attività, se fatta con professionalità, può dare grandi soddisfazioni.
Ma qual è il capitale minimo per vivere di trading, se si può vivere facendo trading online?
Qual è la soglia per poter almeno iniziare a fare trading?
Facciamo chiarezza su questo tema…
Impara ad investire in azioni ad alto potenziale anche se parti da zero.
Capitale minimo per vivere di trading online
Se volete vivere di trading online la prima cosa da capire è quanto vi serve effettivamente per vivere.
Qual è il vostro tenore di vita?
Se state iniziando questa adrenalinica attività, sappiate che richiede molta disciplina e dedizione.
Si può vivere facendo trading online, ma prima di raggiungere tale traguardo, probabilmente dovrete accompagnare questa attività alla principale.
Il trading richiede molta pratica, perciò prima di abbandonare il vostro lavoro, vi consiglio di acquisire una certa esperienza.
Non parlo di 1 o 2 anni, ma di almeno 4-5 anni.
Inoltre, nella vita se volete vivere sicuri e non incorrere in ristrettezze conviene sempre diversificare.
Vedete il trading come la vostra diversificazione rispetto all’attività principale o cercate di accordare le due attività.
Ad ogni modo ad oggi, per iniziare a investire, il capitale minimo necessario è di circa 5000€, al di sotto di questa somma non ha molto senso.
Come mai?
Perché un capitale inferiore verrebbe per forza di cose intaccato pesantemente dalle commissioni e, inoltre, non avreste modo di diversificare adeguatamente il vostro portafoglio.
Capitale per trading online: dipende da quale strumento si sceglie
Se avete superato con discreti risultati la Demo e volete passare in reale non vi serviranno grandi capitali.
Bisogna essere realistici, rischiereste di bruciare il conto dopo pochi mesi, le differenze tra la Demo e un conto reale possono essere devastanti.
Un capitale minimo, ma comunque adeguato, è l’ideale per questo passaggio.
Quindi con quale strumento è meglio iniziare?
Iniziate con il più semplice, le azioni!
Rispondono a semplici dinamiche di mercato, hanno dati certi e offrono una diversificazione ineguagliabile.
In seguito, potrete sperimentare altri strumenti finanziari come Forex, Opzioni, Futures, ecc. o specializzarvi tranquillamente sulle azioni.
Ma come mai proprio le azioni?
Lo vedete anche da questa analisi intermarket:
Il rendimento atteso del trading sulle azioni ha performance di tutto rispetto, il più delle volte superiore agli altri strumenti finanziari.
A differenza poi del Forex, le azioni rimangono sicuramente più semplici da comprendere perché meno legate alle dinamiche macroeconomiche.
Si può vivere di trading online? Il tempo come variante fondamentale
Eh, sì, il tempo è fondamentale.
Dovendo gestire 2 attività lavorative, all’inizio il tempo sarà limitato, ma potrete optare tranquillamente per un’operatività di tipo multiday.
Al contrario, se già avete più tempo da dedicare a questa attività e già un po’ di esperienza, potreste sperimentare anche l’intraday.
Conoscete le differenze e i diversi approcci?
No? bene, potete scoprirlo in questo articolo: Timeframe: tutte le differenze.
Se volete vivere facendo trading vi conviene diventare bravi in entrambi.
Il multiday contiene in sé un rischio medio e rendimenti interessanti, inoltre, l’impatto finanziario è più gestibile e sostenibile sul medio lungo termine.
Tuttavia, è possibile aumentare sia i rendimenti che il rischio utilizzando la leva finanziaria, ma questa è da usare solo in un secondo momento e in maniera limitata.
Diventare trader quale mindset avere?
Tutti gli imprenditori guadagnano cifre diverse ogni anno, ogni mese, ogni decennio; quindi, questo è il primo concetto da capire.
Il trading è un’attività a tutti gli effetti e la tua bravura e le tue caratteristiche, in primis l’inclinazione al rischio, fanno tutta la differenza per diventare trader di successo.
Ti puoi mettere degli obiettivi percentuali?
Io direi di no.
Il concetto più importante da capire è che quanto guadagna un trader dipende dalla fase di mercato in cui si trova e dal rischio che sostiene.
Io posso dirti che un trader professionista guadagna il 100% l’anno e a fianco c’è un altro professionista che ha fatto negli ultimi anni il 20% l’anno, uno dice che quello che ha fatto il 100% l’anno è più bravo di quello che ha fatto il 20% l’anno.
Ma non è detto che sia così, perché quello che ha fatto il 20% medio annuo potrebbe aver sostenuto dei rischi molto più bassi rispetto a quello che ha fatto il 100%.
Il rendimento è in funzione del rischio, per cui più alto è il rischio che sostieni più potrebbe essere elevato il tuo rendimento.
Ma attenzione perché potrebbero essere anche maggiori le perdite e quindi più è alto il rischio che sostieni e più possibilità hai di bruciarti il capitale, perché devi tener conto della solita equazione che è “a rischio zero corrisponde rendimento zero”.
Capisci cosa voglio dirti?
Il concetto non è che se guadagno rischiando poco, poi se rischio ancora di più allora guadagno ancora di più, perché poi all’aumentare del rischio aumentano anche le possibilità che mi vado a bruciare il conto.
Capitale minimo per diventare trader: con quanto iniziare?
Ti ricordo che il capitale minimo per vivere di trading in realtà non esiste, i mercati sono molto volatili, per questo vi dico sempre di abbinare questa attività ad altro.
Ricordati di non investire mai denaro che non puoi permetterti di perdere.
Non avere fretta di passare in reale, studia e fatti un’esperienza in Demo.
Pronto a scoprire la dura realtà per diventare trader?
La realtà dei fatti è che se tu hai 100€ o anche 1.000€ e investi come uno che ne ha 100.000 a bruciarti il conto ci metti un attimo.
Il consiglio generale è quello di non pensare ad avere un rendimento fisso.
Anche se ti dai degli obiettivi bassi, è comunque sbagliato, perché se ti fissi un rendimento del 10% all’anno, chiaramente utilizzerai una gestione del rischio prudente, viceversa, se ti fissi di fare il 100% all’anno dovrai necessariamente utilizzare una gestione del rischio più aggressiva.
E ora ti devo dare una brutta notizia, perché non è possibile moltiplicare i pani e i pesci, e quindi non è possibile diventare ricchi partendo da zero.
Ma, soprattutto con il trading, non si moltiplicano i pani e i pesci, si può, ma solo se il trading è fatto bene.
Potrai ottenere dei rendimenti più o meno elevati ma questi dipendono dal mercato e dalla tua operatività nonché dalla tua bravura.
Ma questi rendimenti possono essere del 30, 40, 60, 80 o 100% l’anno.
Pensa che uno dei trader più bravi del mondo, addirittura in un Hedge Fund che gestiva, è riuscito a fare per dieci anni il 220% medio l’anno.
Numeri incredibili, non trovi?
Effettivamente è una performance elevatissima, straordinaria, fatta da un trader professionista che è riuscito a farla per dieci anni (e non per 6 mesi e poi si è bruciato tutto!).
Investire in borsa con € 1.000 o ancora peggio con i bonus dei broker
Quindi adesso tu immagina se con il tutorial del tuo broker, di 20 minuti, puoi fare più di questo trader che è riuscito a fare in 10 anni, con un hedge fund.
Razionalmente parlando, secondo te il tutorial di 20 minuti del broker ti turno quanto può valere?
È arrivato il momento della cruda e dura verità!
Quindi ti devo dire che con € 1.000 NON È POSSIBILE DIVENTARE RICCHI.
Ma non è soprattutto possibile neanche fare trading secondo me: perché fare trading significa far rendere il proprio capitale,
ammesso che tu abbia una strategia profittevole, e già solida, che è già difficile trovarla, e riesci ad applicarla in maniera corretta.
Se hai € 1.000, devi fare tutte le analisi il fine settimana, quindi ti ritrovi a lavorare tutti i fine settimana da qui al prossimo anno, per ottenere magari, supponiamo, a fine anno il 50%.
Significa che tu hai guadagnato 500€, ma a questi 500€ devi togliere le commissioni, e supponiamo che hai speso 400€ di commissioni, quindi ti rimangono 100€!!!
Con questi 100€ poi devi pagare le tasse, ovvero il 26€, quindi alla fine se lavori tutte le settimane avrai guadagnato meno di 100 €!!!
Vuoi investire € 1.000 in borsa per fare trading e iniziare a guadagnare?
Con € 1.000 non è possibile fare trading, perché lo sforzo non vale poi il risultato ottenuto.
Quello che puoi fare pertanto è studiare, investire in formazione, (come ti ho spiegato qui mostrandoti i migliori libri per fare trading, e degli ottimi consigli per diventare trader professionista)
con € 1.000 puoi fare pratica e intanto accumulare capitale, accumulare risparmio, e te lo dice uno che ha lavorato per dieci anni come operaio in una fabbrica mentre faceva trading,
proprio per avere due entrate con cui far crescere il mio capitale.
Solo quando hai raggiunto una cifra sufficiente, allora può iniziare a fare trading.
Qual è il giusto capitale per investire in borsa?
Io consiglio almeno € 10.000 con cui si comincia ragionevolmente a FARE trading.
Per favore se anche tu hai avuto questa reazione come tutte le persone che mi scrivono, ti prego disintossicati dal marketing illusorio per favore, lo dico solo per il tuo bene.
Lo ripeto, lo ripeto e lo ripeterò finché avrò fiato in corpo: devi avere una strategia profittevole!
Ma non la strategia dei famosi 20 minuti di tutorial del broker, no!
Facciamo un esempio ipotetico di guadagno per un trader professionista
Supponiamo che ti poni di raggiungere il 20% quest’anno ma, dopo dieci mesi, ti accorgi di essere in negativo, oppure, magari, di essere in positivo del 2%, che cosa devi fare?
Il 18% in due mesi.
E per fare il 18% in due mesi devi aumentare il rischio e quindi magari rischi di bruciarti il conto.
Ti è più chiaro adesso?
Questa è una cosa che è successa anche a me personalmente quando abbiamo introdotto i servizi target che adesso abbiamo tolto.
In passato abbiamo avuto sempre rendimenti superiori anche al 70/80% lordi con la mia gestione del rischio, allora, fissiamo ad esempio un rendimento dell’80% che fino adesso è sempre stato raggiunto.
Cosa succede?
Parte l’anno, i mercati sono in laterale e poi sono scesi.
Quindi, pochi spunti, situazioni in cui la strategia non lavorava benissimo.
In pratica, mi sono ritrovato dopo tre mesi che eravamo in perdita, un modo per cercare di arrivare all’80%.
Qual era questo modo?
Dovevo alzare il rischio.
Ma, alzando il rischio, mi sono esposto di più in una fase di mercato difficile e quindi ho aumentato le perdite.
Nel momento in cui ho capito questo meccanismo, fortunatamente sono stato abbastanza lucido da dire ai miei clienti che, un conto è il raggiungimento del target obiettivo, un conto è rischiare di bruciarsi il conto.
Quindi riduco il rischio, e solo quando il mercato tornerà in una fase positiva allora sarei tornato a fare i miei rendimenti.
Non cadere nel cosiddetto FOMO, Fear Of Missing Out: il mercato non scappa, sfrutterai tutte le opportunità che il mercato offre, solo quando sarai pronto.
Accompagna poi al trading puro sempre una rendita, e quindi prevedi di costruire un portafoglio più da cassettista, che cresca autonomamente nel tempo solo così ti conviene diventare trader.
Che risultato ho ottenuto?
Il risultato è stato che, riducendo il rischio e facendo passare il tempo, alla fine, ho recuperato un drawdown del 17%, raggiungendo un picco lordo di quasi il 30% di profitto.
Il passaggio da una fase di drawdown a una fase di profitto è stato generato dal mercato.
Perché la strategia è sempre la stessa, quindi è molto importante che tu sappia che i rendimenti lì dal mercato, noi non possiamo controllare i rendimenti, l’unica cosa che possiamo fare è controllare è il rischio.
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Quanto guadagna un trader professionista?
Ci sono professionisti che riescono ad avere profitti molto alti ogni mese, ma il punto qual è?
Che stanno tutto il giorno davanti al computer a speculare e hanno delle competenze incredibili.
Diventando proprio un’attività a tempo pieno che poi ti consuma dall’esterno, infatti, la maggior di questi dopo anni e anni che mantengono questo continuo stress fisico e mentale decidono di smettere.
Il vantaggio di diventare trader
Il vero vantaggio dell’investire è che il capitale viene fatto crescere col tempo.
Ma se io devo stare tutto il giorno davanti al pc a comprare e vendere, allora diventa un’attività che sta consumando il mio tempo.
Se, invece, viene sviluppata una propria strategia di trading che ti permette di investire il tuo capitale e tenerlo investito per settimane e mesi, allora accade che il tempo che dedicherai a quest’attività sarà ridotto a poche ore al giorno nel fine settimana.
Perché dovrai analizzare i mercati rispettando esattamente i parametri della tua strategia che ti può dare dei rendimenti nel medio/lungo termine.
Ma il più grande vantaggio è che vai a dimezzare (se non di più) lo stress fisico e psicologico, rimanendo sempre lucido mentalmente, riducendo quindi gli errori, e gestendo in modo professionale il tuo capitale senza rischiare di perdere tutto a causa dello stress elevato.
Se pensi al trader famoso o alla finanza cosa ti viene in mente?
Quando pensiamo al mondo della finanza e della figura del trader pensiamo ad un mondo complesso e spietato, quanto ricco e affascinante.
Se pensi a dei film sulla finanza, sicuramente ti verrà in mente il grande classico Wall Street di Oliver Stone o i più recenti The Wolf of Wall Street o La Grande Scommessa, questi film hanno alimentato ulteriormente questo alone di fascino e cinismo spietato.
Quanti di voi si sono fomentati nel vedere la vita da trader finanziario di Leonardo di Caprio nel film il Lupo di Wall Street?
Alzate le mani su!
Quanti di voi avrebbero voluto fare la vita da trader di Leonardo Di Caprio… prima che lo buttassero in carcere?
Su le mani!
Ecco, se vi state già leccando i baffi pregustando di fare quella vita, vi faccio tornare subito alla realtà perché quella professione, fatta in quel modo, non esiste.
È solo un’americanata per far divertire gli spettatori.
È uno spettacolo cinematografico.
Che poi non si può parlare neanche di professione, perché di fatto è una truffa.
E quindi, a meno che non vogliate fare i truffatori, fare una vita del genere non esiste.
Cioè, in linea di principio potreste anche farlo… finché non vi buttano dentro.
Com’è successo al protagonista del film che, per chi non lo sapesse, ricordo che è tratto da una storia vera.
Lavorare nella finanza
Se non volete focalizzarvi solo sulla figura del trader professionista, ma volete lavorare nel settore della finanza, qualunque sia il lavoro che vogliate fare mettetevi in testa che non farete mai quella vita e che ci sarà tantissimo da lavorare e da studiare.
Sicuramente vi toglierete delle grandi soddisfazioni personali e professionali, ma scordatevi tutti quegli eccessi.
Gli unici eccessi che avrete saranno le ore chiusi in ufficio.
Che comunque se si ama il proprio lavoro non sono mai troppo pesanti.
La finanza è diventato uno degli elementi centrali nelle società di tutto il mondo e sono aumentate tantissimo le richieste di figure professionali specializzate in questo ambito.
Banche, aziende o intermediari hanno dovuto fare i conti in passato con personale poco esperto e specializzato, e oggi, con sempre maggiore frequenza, pubblicano annunci di lavoro ben mirati alla ricerca di specifiche competenze.
Ogni volta che apro il mio profilo Linkedin, è sempre pieno zeppo di offerte di lavoro da tutto il mondo in ambito finanziario.
E chiaramente non finiscono qui.
Se scendessi nella pagina ce ne sono decine e decine.
Se volessi cambiare lavoro, oggi avrei solo l’imbarazzo della scelta.
Per far fronte a questa richiesta sono nati anche in Italia molti corsi professionali, universitari e master specifici nei vari settori.
Il Trader Professionista
E’ un operatore che lavora sui mercati finanziari per conto proprio o per banche d’affari e società finanziarie.
Il suo compito è quello di speculare acquistando e vendendo strumenti finanziari in borsa.
La retribuzione per questo tipo di attività dipende molto dai risultati che si ottengono in quanto spesso i trader sono pagati con fissi più bonus.
Nelle annate buone posso avere degli stipendi altissimi, ma in quelle cattive molto spesso vengono sbattuti fuori.
Se lavorano per conto proprio non possono essere licenziati, ma non si può parlare in questo caso di retribuzione annua.
Diventare trader come attività da dipendente
Il trader per conto proprio è più un’attività imprenditoriale con tutti i rischi e i benefici che possono derivarne.
I profitti dipendono sicuramente dal capitale a disposizione e da quanti rischi si prendono.
Molto spesso, comunque, più del 90% delle volte i trader autonomi finiscono a gambe per aria.
Quelli che lavorano per banche e società terze hanno un tasso di fallimento più basso, perché sono comunque più controllati e gli viene imposto un rigoroso controllo del rischio.
Alcuni grazie alle competenze di trading maturate vengono assunti come dipendenti e analisti tecnici, se vuoi diventarlo segui anche la mia masterclass per diventare analista tecnico dei mercati.
Non devo dirti che, come dipendente, si ha un’entrata fissa.
Con le competenze tecniche del trading si può svolgere un lavoro come gestore, analyst e di valutazione e monitoraggio o come audit e controllo.
Queste sono solo alcune delle professioni più richieste, chiaramente ce ne sono anche altre, ma per adesso non andiamo oltre.
Andando all’estero, a parità di ruolo, le retribuzioni salgono vertiginosamente. E non è raro trovare un equity analyst che guadagna più di 300.000€.
Le domande da farsi prima di diventare trader
Se hai letto bene le storie dei migliori e più ricchi trader al mondo, se hai letto bene cosa implica fare trading avrai capito che la prima domanda da porsi prima di pensare di diventare trader non è quanto si guadagna con il trading online, ma:
questa attività fa per te e saresti disposto a studiare per iniziare a fare profitti con il trading?
Solo dopo potrai passare a chiederti: Quanto rischio sono disposto a sostenere? Nello specifico, quanto devo rischiare e quanto posso rischiare realmente?
Attenzione perché sembrano domande uguali ma sono diverse e fanno la differenza per diventare trader.
Quindi devi avere una strategia corretta, devi gestire il capitale in maniera corretta, prenderti giusti rischi e poi i rendimenti futuri te li darà il mercato.
Mi raccomando devi sempre porti la giusta domanda perché se ti poni le domande sbagliate avrai sicuramente delle risposte sbagliate.
Noi siamo qui per aiutarti non solo a porti le giuste domande ma anche a darti le risposte giuste: scrivici.
Alessandro Moretti