PIL e posti di lavoro, Italia in crisi per il Coronavirus

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Come cambierà l’Italia a causa del Coronavirus, le stime sul Pil ed i posti di lavoro.

L’Ilo, l’organizzazione dell’Onu che si occupa di lavoro, afferma che il Coronavirus aumenterà in maniera rilevante la disoccupazione globale facendola salire di quasi 25 milioni di persone.

Solo se i governi riusciranno a dare una risposta coordinata a livello internazionale allora il numero potrebbe “essere significativamente” più basso.

La caduta dell’occupazione significa grandi perdite di reddito, ha spiegato l’Ilo nel rapporto in cui si evidenzia che i lavoratori rischiano di perdere tra gli 860 miliardi di dollari e i 3.400 miliardi di dollari entro la fine del 2020.

PIL dell’Italia a picco per il Coronavirus con conseguente aumento del debito pubblico

Il Pil italiano scenderà del 5,8% nel 2020, prima di rimbalzare del 6,7% nel 2021.

È questa la stima è di Morgan Stanley che prevede anche lo scivolamento del nostro Paese in deflazione.

Secondo gli analisti della banca d’affari, il costo della vita diminuirà dello 0,4% in media d’anno.

In netta crescita, di rimando, il debito pubblico, destinato a salire fino al 147,7% del Pil.

Quella italiana è  la performance peggiore dell’Eurozona, il cui Pil si contrarrà in media del 5% nel 2020 e aumenterà del 5,5% nel 2021.

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La richiesta di salvataggio ed il MES

ll Primo Ministro italiano esorta Bruxelles a liberare un fondo di salvataggio di € 500 miliardi sostenendo che la politica monetaria da sola non sarà sufficiente per combattere “lo shock globale che non ha precedenti”.

Le morti dovute al coronavirus hanno per la prima volta sorpassato quelle avvenute in Cina.

Secondo Conte è ora di far ricorso all’ MES per fornire aiuti ai paesi fortemente colpiti dalla pandemia.

Il MES, detto anche Fondo salva-Stati, è un’organizzazione internazionale a carattere regionale nata come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro, attivo da luglio 2012 con una capacità di oltre 650 miliardi di euro, compresi i fondi residui dal fondo temporaneo europeo, pari a 250-300 miliardi.

Il fondo emette prestiti  per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà, ma a condizioni molto severe, che possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite.

Conte chiede però non venga regolato dalle condizioni attuali, che porterebbero il Paese a un default di fatto.

Il Primo ministro italiano ha espletato l’esigenza di creare «uno strumento di debito comune» per fare fronte alle conseguenze socioeconomiche di questa pandemia che sta crescendo molto più velocemente in Spagna ed Italia di quanto abbia fatto in Cina.

E voi che ne pensate?

Davide Cassaghi