CFD: Perché è meglio evitarli

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Facciamo chiarezza sui CFD e scopriamo 9 buoni motivi per evitare questi strumenti.

In passato erano le opzioni binarie che matematicamente erano strumenti perdenti.

Mi dicevano che ero io a non saperle utilizzare, ma fu la Consob a darmi ragione.

Intervenne infatti a regolamentare uno strumento altrimenti letale per i vostri risparmi.

Oggi la nuova moda tra gli strumenti sono i CFD, ma sono strumenti che la stessa Consob avverte:

“Non sono adatti alla maggior parte degli investitori!”

Certo, a differenza delle opzioni binarie che sono vere e proprie scommesse (di nuovo citando la Consob) i CFD sono diversi, ma comunque molto più affini alle opzioni binarie che ad altri strumenti finanziari.

In questo articolo parleremo di 9 buoni motivi per evitare i CFD e quale strumento alternativo usare.

Cosa sono i CFD

All’inizio della mia analisi ho voluto mettermi nei panni di un neo investitore, che sente parlare tanto di CFD e così, come ormai facciamo tutti, inizia a cercare info online

Per questo ho aperto il mio motore di ricerca e ho cercato semplicemente “CFD”

Facendo una veloce ricerca online i primi siti che mi apparivano ne parlavano tutti in maniera positiva.

Non contento allora ho scritto sulla barra della ricerca “perché evitare i CFD” e stranamente di nuovo sono usciti solo articoli che ne parlavano bene.

Mi è sembrato strano e ho voluto approfondire le indagini per capire se era veramente così, magari ero io che sbagliavo e mi stavo perdendo il migliore strumento di sempre.

Nascono a Londra negli anni ‘90 e sembravano vantaggiosi perché esenti da imposta inglese.

Negli anni 2000 dopo una grande espansione alcune società si accorsero che operando con CFD si otteneva lo stesso effetto economico dei Financial Spread Betting, strumento molto simile alle scommesse.

Il termine CFD sta per Contratti Per Differenza, sono cioè dei derivati, infatti sono accordi che si fanno con un broker che, in cambio di una certa somma, consegna il ritorno sul sottostante.

Vediamo con un esempio pratico.

Il CFD su Enel non è altro che un accordo con il broker dove questo vi consegna il rendimento avuto su Enel, o qualsiasi altra azione voi abbiate scelto.

  

Se positivo guadagnate, se negativo perdete. 

L’asset reale che crea il valore non è in vostro possesso. 

Non possedete le azioni di Enel e dunque non siete soci azionisti dell’azienda. Fatta questa premessa scopriamo 9 buoni motivi per evitare i CFD.

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9 punti per non comprare CFD

1. Sono strumenti derivati

Sono strumenti derivati, non state comprando il sottostante. 

Se il broker fallisce o chiude improvvisamente a voi non rimane nulla. 

Tanto più se scegliete il broker in maniera scorretta, rischiate  che presto o tardi chiuda o fallisca e voi vi ritroviate senza niente. 

Abbiamo parlato spesso di come scegliere un broker serio, ma per sicurezza ripetiamo almeno le regole fondamentali.

  • Non scegliete broker troppo piccoli;
  • con la sede in qualche Stato tropicale, riconosciuto come paradiso fiscale o ad alto rischio;
  • che non sia trasparente.

2. Il rischio 

Essendo un derivato oltre alla componente di rischio, insita nel sottostante che avete scelto, si unisce anche il rischio che se il broker fallisce o opera illecitamente perdete tutto.

Questo non succede se ad esempio operate con un intermediario comprando l’azione vera e propria. 

Se l’intermediario fallisce voi comunque restate in possesso della vostra azione che se va bene, vi permette ancora di guadagnare. 

Nei CFD non è così, possedete solo il contratto di scambio.

3. I costi dei CFD

I costi ci sono, sono diversi e nascosti.

Spesso ve li presentano come non costosi, ma stanno mentendo ed emergono costi nascosti non espressamente dichiarati.

Tra i costi principali su cui dovete soffermarvi vi è lo spread.

Lo spread indica la differenza che c’è tra il denaro e la lettera, in pratica consiste nella differenza tra il prezzo a cui volete comprare e quello a cui viene venduto.

Se ad esempio uno strumento finanziario quota 100 e voi lo volete prima comprare e subito dopo rivendere, funziona che lo comprerete, per esempio, a 102, e lo rivenderete subito dopo a 98.

Questi costi dipendono sia dal broker o emittente, sia dallo strumento.

Questa differenza tra 102, a cui lo avete comprato, e i 98, a cui lo avete venduto, sarà proprio la differenza denaro-lettera e dunque lo spread.

Di fatto è un costo e sui CFD è molto più alto che sulle singole azioni, tranne in alcune rare eccezioni.

Per chiarezza, nel comprare azioni o altri titoli finanziari ci sono commissioni di acquisto o vendita che nei CFD non ci sono, ma spesso facendo un confronto ci si accorge che queste sono comunque più basse.

Anche qui dipende, e lascio a voi fare i dovuti calcoli. Ad ogni modo lo spread  va tenuto in considerazione anche perché questo finisce tutto direttamente nelle casse del broker.

4. Il mercato 

Il mercato dei CFD è un mercato non regolamentato.

Non c’è nessun soggetto o autorità che vigila e controlla.

Il mercato azionario, a parte alcune nicchie ed eccezioni, è invece attentamente regolamentato e controllato.

Di conseguenza non essendo regolamentato il rischio si amplia perché nessuno vigila, certo non è detto che tutti faranno come gli pare operando scorrettamente, vi sono anche broker seri, ma il rischio più ampio c’è e dovrebbe essere tenuto in considerazione.

5. Non trasparenza

Questo punto dipende dal punto precedente e dalla mancanza di regolamentazione. 

Un mercato non regolamentato è un mercato meno trasparente dove possono succedere più cose ambigue e disoneste

Su questo mercato non è possibile vedere o avere chiarezza su cosa succede, non è detto che succeda chissà cosa, ma il rischio come nel punto precedente è presente e alto, e ne aumenta anche la complessità.

6. La controparte

Nei CFD la controparte è il broker stesso.

Quando comprate azioni chi ve le vende può essere

  • l’azienda stessa
  • un altro investitore (società di investimento o semplici privati)
  • una banca o
  • un altro intermediario finanziario.

Nei CFD è il broker stesso che compra quando vendete e vende quando comprate.

Gestendo ed essendo tutto centralizzato, il broker possiede ogni informazione sui vostri ordini: sa quanto e quando avete comprato o venduto.

Il broker conosce tutti i livelli dove posizionate l’operazione di acquisto o di vendita e quindi possiede tutte le informazioni necessarie ad una controparte per guadagnare a vostro discapito.

Date le informazioni alla vostra controparte, come se giocando a carte voi riveliate al banco quali carte possedete e quale punteggio deve raggiungere per vincere. Se la vostra controparte guadagna quando voi perdete e perde quando guadagnate, cosa avrà interesse a fare?

Vi siete mai chiesti perché alcuni broker consegnano buoni e omaggi di 200 – 300 euro o più quando si apre il conto anche se le somme depositate sono veramente basse?

Come mai sono così generosi?

Da qualche parte devono recuperarli.

Apriamo un attimo una parentesi riguardo quei broker che danno in automatico i segnali con team o algoritmi o expert advisor appositamente creati.

Se il broker guadagna quando perdete e perde quando guadagnate, ha senso creare expert advisor o algoritmi che lo facciano perdere e non guadagnare?

Mi sembra un bel paradosso.

Mentre riguardo la formazione offerta anche qui mi sento di dover aprire una piccola discussione.

Se il broker vi offre formazione o coach gratuiti per un certo periodo di tempo non ricadiamo nel paradosso di prima?

Certo, le nozioni possono essere anche interessanti, soprattutto se siete alle prime armi possono essere anche utili, ma se volete operare seriamente, correttamente e con risultati, affidatevi a veri professionisti, come chi ha studiato o si occupa quotidianamente di questi argomenti.

Quindi non fermatevi alle apparenze.

7. Accesso al mercato

Operando con i CFD non si ha pieno accesso al mercato, non si può investire su tutte le azioni presenti sul mercato, ma solo su quelle più importanti e più quotate.

L’accesso è limitato. 

Inoltre molto spesso le grandi opportunità si fanno su titoli di azioni di minore dimensione o più di nicchia e specializzate o ancora poco conosciute (riapprofondite l’analisi fondamentale a riguardo).

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8. La leva nei CFD

Questo è uno dei punti più importanti.

Sebbene la leva abbia determinato il successo di questi strumenti, è anche l’elemento più pericoloso, e questo, ancora una volta, non sono solo io a dirlo ma lo dice anche la Consob.

I CFD hanno una leva veramente molto alta, nonostante sia stata ridotta dall’ESMA, ancora le leve di questi strumenti sono troppo elevate. 

Il problema è che, se da un lato può risultare entusiasmante, dall’altro è un infido strumento, estremamente delicato e pericoloso. 

Come mai?

Spostano l’attenzione tutta sugli eventuali guadagni ma la prima regola è preservare il capitale e contenere il rischio e con la leva questo è quasi impossibile.

Basta un errore o un trade andato male e vi ritroverete con il conto bruciato.

Se banche, gestori di fondi o società di capitali e finanziarie non la usano ci sarà un motivo?

Investite solo quello che potete permettervi di perdere.

9. I dividendi

I CFD non pagano i dividendi

Non essendo soci e non possedendo le azioni, se l’azienda riesce a pagare i dividendi, con i CFD questi non vi spettano, se possedete il titolo azionario reale avete diritto in quanto soci ed azionisti alla distribuzione del dividendo. 

Metodi alternativi ai CFD

Ora non voglio spaventarvi o dire che i CFD sono illegali o truffe così come i broker che li trattano, assolutamente no. Sono metodi alternativi che per costi, struttura e rischi e valutando pro e contro… io non ve li consiglio.

Semplicemente però, non è come investire, si tratta di forme più affini e vicine all’azzardo che al trading e all’attività di investimento.

Resta comunque a voi valutare se usare o meno questi strumenti.

Se mi seguite lo saprete bene, tra gli strumenti finanziari che preferisco ci sono le azioni, sono strumenti finanziari puri.

Le azioni sono quote di società reali che vendono prodotti e servizi per fare utili e accrescere il valore dell’azienda, e se l’investimento e il loro mercato di vendita va bene, ho diritto anche i dividendi.

Non sono derivati, hanno rischi minori rispetto ai CFD, costi commisurati allo strumento e all’intermediario, e si scambiano su mercati regolamentati.

A voi la scelta

Alessandro Moretti