Si apre la fase 2, ma come cambiano i mercati finanziari per la pandemia e in particolare il settore vendite?
Quali segni lascerà?
Evoluzioni e trend di vendita da coronavirus resisteranno? Quali settori invece torneranno ai livelli “normali”?
Come cambiano i mercati finanziari per la pandemia
Le azioni di tipo Growth, ovvero di medie/ piccole società in rapida crescita, stanno superando le loro controparti Value.
Ciò avviene ad un ritmo più ampio dall’era delle dot-com.
I titoli di crescita sono in genere società che promettono di conseguire una crescita degli utili più rapida della media.
Cosa che gli investitori ritengono sia particolarmente interessante nell’attuale recessione economica.
Dopo il rally del mese scorso, il Russell 1000 Growth Index è cresciuto dell’1,2% per l’anno.
Mentre il Russell 1000 Value Index, in blu, è in calo del 21%.
Se l’anno fosse finito oggi, il primo indice avrebbe sovraperformato il secondo dal 1999.
La divergenza tra le due categorie di titoli è così grande che alcuni analisti e investitori si chiedono per quanto tempo potrebbe durare.
La teoria degli investimenti convenzionali suggerisce che le azioni Value, che includono banche, compagnie petrolifere e conglomerati industriali, inizino a fare meglio delle azioni di crescita quando l’economia inizia a riprendersi da una recessione.
Questo perché molti stock Value sono particolarmente sensibili ai flussi e riflussi di attività economica.
In teoria, dovrebbero essere tra i maggiori beneficiari di una ripresa.
L’estremo divario attuale tra i titoli più costosi e meno costosi potrebbe essere colmato quando si riavrà un contesto economico in miglioramento.
Il divario tra le valutazioni dei titoli Value e Growth appare oggi così estremo che in futuro potremmo assistere ad una sovraperformance delle prime, rispetto alle seconde.
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Come cambiano i mercati finanziari: focus sulle vendite
Non solo cambiano i mercati finanziari per la pandemia, ma soprattutto le vendite.
Che impatto ha avuto il lockdown sulle attività di piccoli commercianti, dall’alimentare di quartiere agli artigiani?
Come sta andando la fase 2?
Un altro modo per capirlo è guardare le transazioni commerciali.
ATTENZIONE: si parla solo di transazioni elettroniche.
Non ci sono i numeri assoluti, ma la sola variazione percentuale.
Questo fenomeno è un primo effetto del lockdown che potrebbe trasformarsi in un acceleratore nei confronti dei pagamenti digitali, in alcuni casi registriamo un trend di crescita continua anche rispetto al periodo precedente al lockdown.
Durante il lockdown ha tenuto il food and grocery.
C’è stata una fortissima crescita settimana su settimana, soprattutto per l’alimentare di quartiere.
Piccoli supermercati, macellai, frutta e verdura e panettieri hanno aumentato le transazioni durante il lockdown e alcuni hanno anche aumentato le vendite comprando lettori di carte per prepararsi a questo nuovo mondo.
Nell’ultima settimana ha però riperso molto, perché gli acquisti di cibo sono minori di prima, quando tutti facevano scorte.
Probabilmente tornando a lavorare la gente ha meno tempo per farsi da mangiare a casa pranzo e cena.
I peggiori crolli si sono visti ovviamente nella ristorazione e bar.
Nella settimana del 9 marzo in Italia il crollo è stato dell’80%, con il delivery la situazione è un po’ migliorata e ora che dal 4 maggio possono fare asporto si è registrato un aumento del +55% dalla prima settimana.
Nell’ultima settimana l’entusiasmo sembra essersi un po’ placato, con una situazione tornata al livello pre-lockdown, sarà interessante vedere i dati con gli effetti della riapertura seppure con nuove regole.
Se ti interessa scopri anche Coronavirus: opportunità e crisi future.
Altri andamenti interessanti, osservabili nel grafico, sono la crescita dei “professionisti della salute” al cui interno c’è anche il business delle farmacie, forti della domanda di farmaci e mascherine per la prima volta hanno fatto anche delivery.
Il settore degli artigiani ha invece un andamento abbastanza costante.
BTP Italia 2020 il record
ll Btp Italia ha chiuso la fase retail del collocamento con richieste per 14 miliardi di euro.
Nel terzo giorno di emissione dedicato ai piccoli investitori le domande si sono attestate a 5,211 miliardi, che si aggiungo agli 8,79 miliardi raccolti tra lunedì e martedì.
Il Bond, di durata quinquennale e indicizzato all’inflazione con rendimento minimo pari all’1,4%, ha l’obiettivo di finanziare le iniziative di contrasto alla crisi economica e sanitaria scatenata dal coronavirus.
Qui se vuoi scoprire Pro e Contro del Nuovo BTP Italia 2020.
Il precedente Btp Italia, con scadenza a 8 anni, lanciato a ottobre scorso, aveva raccolto in tutto 6,75 miliardi, di cui 2,99 dal retail.
Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che, per la Seconda fase del periodo di collocamento della sedicesima edizione del Btp Italia, dedicata al finanziamento degli interventi relativi all’emergenza Covid-19, il codice Isin del titolo è IT0005410912.
La Seconda fase del periodo di collocamento, dedicata agli investitori istituzionali, avrà luogo sul Mot (il Mercato Telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa italiana).
Prima dell’apertura della stessa, sulla base delle condizioni di mercato, il Tesoro fisserà il tasso cedolare (reale) annuo definitivo.
Questo non potrà essere comunque inferiore al tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito, pari all’1,40%, già annunciato il 15 maggio 2020.
Secondo voi vista la pandemia e che cambiano i mercati finanziari come continueranno le vendite?
Davide Cassaghi