La fase 2 della finanza USA: anche i Grandi peccano

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Nell’attesa che un po’ tutti ripartano, come procede la finanza all’inizio della fase 2 e cosa c’è da aspettarsi?

Vediamo la fase 2 della finanza in USA e in Europa.

Perchè in tempi di coronavirus e cigni neri anche i grandi della finanza devono ammettere le loro colpe e ripartire con la fase 2 come se fosse 0.

La finanza USA è Warren Buffett anche in fase 2

Anche i guru della finanza sbagliano e possono permettersi di ammetterlo.

E la finanza USA è soprattuto Warren Buffett.

Si tratta, infatti, dell’ammissione di colpa di Warren Buffett, il guru per antonomasia nel mondo della finanza.

La persona a cui tutti guardano come esempio quando si tratta di decisioni per investire.

“Ci sono state delle perdite ed è stato un mio errore”

Queste parole sono state pronunciate da Buffett il giorno della presentazione dei risultati della sua Berkshire.

La presentazione ha preso luogo il 2 maggio per la prima volta esclusivamente online.

In quell’occasione, Buffett ha annunciato che la sua società ha venduto le sue quote detenute nelle quattro maggiori compagnie aree statunitensi: Delta, American Airlines , Southwest e United.

Buffett ha spiegato che il business delle compagnie aree è radicalmente cambiato a causa della pandemia da Corvid 19.

Pertanto ha deciso di vendere 6,5 miliardi di titoli azionari comprati solo ad aprile, e proprio da queste società sono arrivate le perdite ammesse.

Il coronavirus, dunque, sembra aver indebolito le sicurezze di Buffett, che però resta fedele nel gigante americano.

Aggiungendo di continuare a credere nel suo paese e che il miracolo degli Stati Uniti, che ha sempre prevalso, continuerà a farlo.

La holding di Warren Buffet non è stata risparmiata dalla crisi da coronavirus e, il primo trimestre 2020 ha visto una perdita netta di 49,7 miliardi di dollari.

Causata dall’ondata di vendite che si sono abbattute sui mercati azionari, impattando il portafoglio societario.

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Il valore delle azioni di Berkshire Hathaway ha visto un calo del 19% (grafico a candele) da inizio anno, cifra maggiore rispetto all’indice S&P 500(linea blu), finora in discesa del 12%.

Nonostante il rosso per il calo di Borsa, però, nei primi tre mesi dell’anno Berkshire Hathaway ha visto aumentare la sua liquidità a 137 miliardi e il suo utile operativo del 5,7%, a 5,9 miliardi di dollari.

Se vuoi scoprire quale sarà il prossimo investimento di Warren Buffett: ti consiglio di leggere dove investirà Buffett in futuro.

 

Giu anche le borse europee

Non solo finanza USA, perché l’economia è globale come la pandemia.

Dopo una sbandata iniziale e un tentativo di recupero, le Borse europee rallentano il passo e accantonano, almeno in parte, l’ottimismo per l’allentamento del lockdown in vari Paesi, tra cui l’Italia.

A raffreddare gli animi sono state le decisioni della Corte Costituzionale tedesca, che ha confermato la legalità del Qe, ma ha comunque chiesto ulteriori chiarimenti e messo condizioni a un’ulteriore partecipazione della Bundesbank al programma di acquisto bond.

Messe da parte per il momento le tensioni tra Cina e Stati Uniti, gli investitori cercano di concentrarsi sulle notizie di riapertura di attività e produzione in molti Paesi, dalla California all’Italia, compreso l’annuncio della parziale riapertura di New York da qui a dieci giorni.

Lavoro e finanza all’apertura della fase 2 in USA

Non solo finanza, il legame tra reale e finanziario è tanto più forte anche in fase due soprattutto per gli USA.

Il mercato del lavoro è la prima vittima dell’economia Usa.

In sei settimane, e cioè da metà marzo, i senza lavoro sono volati a 30 milioni, crescendo al ritmo di 10 milioni ogni due settimane.

Per cui è molto probabile che questa settimana le richieste di sussidi di disoccupazione saliranno a ancora, raggiungendo quota 40 milioni di unità.

L’altro dato molto atteso è quello sul tasso di disoccupazione, atteso per venerdì prossimo che, secondo gli esperti, dovrebbe lievitare al 16,1% ad aprile, il massimo dal 1948.

Mentre i posti di lavoro dovrebbero calare di 22 milioni di unità.

Una vera e propria voragine, che di fatto, se verrà confermata, azzererà in un mese tutta l’occupazione creata negli Stati Uniti nell’ultimo decennio.

Il mercato del lavoro soltanto due mesi fa, a febbraio, era ancora il fiore all’occhiello dell’economia americana.

Con un tasso di disoccupazione al 3,5% e ben 113 mesi consecutivi, cioè un decennio, di occupazione in crescita.

Due mesi di lockdown, che di fatto hanno significato la chiusura forzata di circa un quinto delle attività economiche americane per impedire la diffusione del virus, hanno praticamente cancellato questi risultati positivi.

L’economia più forte del Pianeta è in grande crisi.

I dati di aprile sull’occupazione Usa contengono però anche un elemento positivo, legato alle assunzioni che sono state fatte nei settori delle vendite online, delle farmacie e delle pizzerie.

Complessivamente, secondo la Fed di Atlanta, ogni 10 licenziamenti, ci sono state 3 nuove assunzioni.

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Compagnie petrolifere sotto pressione

Il successo dei tagli di produzione dell’Opec Plus dipende anche dalle Major del petrolio.

Grandi compagnie come Exxon, Bp, Shell o l’italiana Eni, che per la prima volta nella storia devono sopportare una parte dei sacrifici per riequilibrare domanda e offerta di greggio.

Il Brent, che il 22 aprile era crollato sotto 16 dollari al barile, è quasi raddoppiato di prezzo nel giro di un paio di settimane.

Di fronte all’eccezionalità della situazione attuale che ha richiesto un supertaglio da 9,7 milioni di barili al giorno, anche la santità dei contratti è stata  messa in discussione.

Presentando i risultati di bilancio nei giorni scorsi, molte compagnie occidentali hanno annunciato una forte riduzione delle estrazioni di greggio.

Scelte dettate soprattutto dalla debolezza delle quotazioni del barile.

Tutto ciò ha imposto di rivedere i piani di sfruttamento delle risorse, ma qualche società lo ha attribuito in parte anche alla necessità di rispondere alle pressioni di governi stranieri.

Il gruppo di San Donato ENI ha negato di aver ricevuto richieste di tagli Opec (fino al 24 aprile).

Ma ha ammesso di aspettarsele e ha indicato il giacimento iracheno di Zubair come uno dei principali obiettivi della stretta sugli investimenti.

Intanto la domanda petrolifera, sia pure molto gradualmente, ha iniziato a risalire con l’attenuarsi delle misure per contenere il coronavirus.

La Fase 2 è cominciata, non solo in Italia, ma in molti Paesi, compresi grandi consumatori di greggio come la Cina e gli Usa.

La ripresa del mercato sarà un processo lento e difficile.

Qui trovi infatti cosa dice dell’economia in fase due e se la crisi della finanza USA non è passata secondo il TIGER INDEX.

Ma il mese di maggio potrebbe segnare davvero un punto di svolta.

Davide Cassaghi