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Lo sai che, se chiedessi a 100 trader di spiegarmi che cos’è l’analisi tecnica nel trading e a che cosa serve, probabilmente il 90% di loro non sarebbe in grado di darmi una risposta corretta ed approfondita?
Disarmante come dato non trovi?
Questo accade perché la maggior parte delle persone fa trading e parla quotidianamente di analisi tecnica, senza però sapere realmente quale sia il suo scopo reale.
Questa è una competenza che devi avere, sia che tu voglia fare trading on-line sul forex, sul mercato azionario (italiano, europeo, americano) sulle commodity, o comunque in generale su ogni strumento finanziario che necessita di un’analisi.
Il web è pieno di trader che ti vogliono vendere ad ogni costo il loro corso di analisi tecnica, dove spiegano tantissime cose che vanno benissimo, a patto che tu abbia compreso veramente l’utilizzo reale dell’analisi tecnica nel trading.
È come costruire una casa: è possibile farlo, molti lo fanno, ma se provi a costruirla partendo dal tetto, ovviamente, non ci riusciresti mai.
Lo stesso vale per l’analisi tecnica nel trading: se si studia dalle fondamenta e si apprende realmente il suo significato, allora può essere utilizzata in modo profittevole.
Tra l’altro, prima di procedere con la lettura, ho piacere di segnalarti il mio corso base di analisi tecnica che trovi gratuitamente su Youtube.
Analisi Tecnica Trading: Cominciamo dunque dalle basi
L’analisi tecnica è lo studio dell’andamento dei prezzi attraverso l’uso di grafici, che rappresentano il movimento dei prezzi nel tempo.
Analizzando tale movimento si individuerà la formazione di un trend nelle sue fasi iniziali, al fine di prevedere il suo sviluppo futuro più probabile.
Una delle regole principali di un trend è che, una volta formato, è più probabile che prosegua tale direzione, questa regola deriva dalla teoria di Charles Dow sviluppata nel 1900.
Quindi devi andare a individuare il trend nelle sue fasi iniziali, per poi prevedere la sua direzione futura più probabile.
Analizzate tali fasi e lo sviluppo del trend, si andrà a investire in quella direzione.
Sembra una cosa semplice, ma non è così facile.
Come stabilire quale sarà la direzione più probabile?
Il primo principio su cui si costruisce l’analisi tecnica è che un trend, una volta stabilito, è più probabile che continui piuttosto che invertire la sua direzione.
Questo principio deriva dalla psicologia della massa degli operatori che compone il mercato, e che spinge i prezzi in alto ed in basso nel tempo.
Dato che la psicologia degli esseri umani (intesi come massa di persone) è immutabile, in quanto parte della natura stessa dell’uomo, questo principio, che ha funzionato in passato, tenderà ad essere vero anche in futuro (almeno fin quando il mercato sarà formato prevalentemente da esseri umani).
Lo scopo dell’analisi tecnica nel trading è quello di individuare il trend attuale del mercato (nell’arco temporale di nostro interesse) con l’obiettivo di prevedere il percorso più probabile che i prezzi seguiranno, e sfruttarlo a proprio favore durante la nostra attività di trading.
Cosa significa quindi fare analisi tecnica?
Fare analisi tecnica significa individuare il trend, prevedere lo scenario più probabile (in direzione del trend individuato), investire nella direzione del trend.
Va da se che operare contro il trend rilevato è come scegliere in un’estrazione una pallina rossa, sapendo che nel sacco ci sono più palline verdi che rosse.
La scelta è chiaramente soggettiva, ma poi risulterebbe inutile lamentarsi se i risultati ottenuti non sono in linea con le aspettative.
Se si usa l’analisi tecnica nel trading per prevedere l’andamento futuro più probabile che i prezzi seguiranno, essa va usata in modo corretto.
Utilizzare l’analisi tecnica in modo NON corretto (che può significare non saper individuare un trend, non sapere quando usare un indicatore piuttosto che un altro, non saper riconoscere figure grafiche, non sapere individuare supporti e resistenze), porta inevitabilmente alla perdita di affidabilità del nostro strumento.
L’analisi tecnica va utilizzata con lo scopo di ipotizzare lo scenario che ha più probabilità di verificarsi.
Tale scopo si raggiunge individuando il trend attuale del mercato, ed ipotizzando che è più probabile che un trend prosegua piuttosto che inverta la sua direzione.
I 3 principi dell’analisi tecnica
Questi 3 principi sono stati sviluppati da Charles Dow a fine 800, li possiamo riassumere in:
- I mercati scontano tutto
- I prezzi si muovono in trend
- La storia si ripete
“I mercati scontano tutto” significa che ad oggi i prezzi riflettono tutte le notizie che sono conosciute, presenti e future, così che viene scontato e assimilato dal mercato.
“I prezzi si muovono in un trend“. I trend hanno diversi gradi e sono principalmente tre:
- Il Trend Ribassista
- Trend Laterale (assenza di trend)
- Il Trend Rialzista
E’ molto importante questa regola, fissala bene nella tua testolina:
Una volta che i prezzi instaurano un nuovo trend, è più probabile che proseguono tale direzione, piuttosto che la invertano.
“La storia si ripete” significa che le figure o pattern di prezzo che si sviluppano nel passato è molto probabile che si ripetano anche in futuro, quindi ciò che ha funzionato nel passato con molta probabilità potrà funzionare in futuro.
Il motivo è che tutti i movimenti dei prezzi sono basati sulla psicologia umana, e tali comportamenti risultano essere costanti nel tempo e nello spazio.
In breve, la psicologia umana rimane sempre la stessa, sia nel passato che nel futuro e in qualsiasi posto o luogo. Soprattutto quando agiscono in massa e non individualmente, perché tale comportamento è primordiale.
Analisi tecnica trading: i vantaggi
Si possono riassumere in quattro punti i vantaggi dell’analisi tecnica:
- Flessibilità
- Adattabilità
- Timing
- Previsione economica
Flessibilità:
Può essere usata in qualsiasi arco temporale, operando nel breve, medio e lungo periodo. La si può usare “intraday”, operazioni che si aprono e si chiudono nell’arco di una giornata, o “multiday”, operazioni che durano qualche giorno o settimana, e operazioni a lungo termine che durano mesi o anni.
Quindi la si può vedere in un ottica di trading a breve termine o in ottica di investing, di investimento a lungo termine.
Adattabilità:
La si può usare su molti strumenti finanziari, analizzando azioni (italiane, americane, ect), indici, materie prime (oro, argento, petrolio, ect) e il forex (cambi valutari, eur/usd, ect).
Timing:
Funziona molto bene nella determinazione del tempo di ingresso e di uscita dal mercato.
Ti permette di capire quando dobbiamo comprare o vendere un titolo, lavorando sul movimento dei prezzi e analizzando il loro comportamento, riuscendo a trovare livelli chiave del mercato, in un determinato periodo.
Previsione economica:
L’analisi tecnica può essere impiegata per fare previsioni economiche.
Per esempio, analizzando il costo delle materie prime, può dirci molte cose sul futuro andamento dell’inflazione, un loro aumento, presuppone una salita dei prezzi dei prodotti e quindi tende ad aumentare anche l’inflazione.
Fare Trading con l’analisi tecnica
L’attività di trading è molto complessa, è costituita da 3 elementi fondamentali:
- Processo di analisi
- Gestione del capitale e definizione del rischio
- Psicologia e gestione delle emozioni
Tali elementi hanno tutti la stessa importanza.
La noncuranza anche di uno solo di questi 3 aspetti porterà inevitabilmente al fallimento nel lungo termine.
E’ come sedersi su uno sgabello che poggia su 3 piedi.
Togliere uno solo dei suoi 3 piedi causerà la mancanza di equilibrio e l’inevitabile caduta di chi vi è seduto sopra.
L’analisi tecnica funziona, il suo valore produttivo ha resistito alla prova del tempo ed è ampiamente riconosciuto dagli esperti del settore.
Viene utilizzata da sempre, ma per avere successo deve essere utilizzata in modo sano e corretto, conoscendo rischi e potenzialità di tutti gli strumenti a disposizione.
Gli indicatori
Gli indicatori di analisi tecnica sono molto importanti da utilizzare all’interno della tua strategia, ma li devi anche conoscere bene
Qualche giorno fa ho ricevuto una mail da parte di un mio cliente che sta imparando la mia strategia in 10 step e mi ha chiesto:
“Mi trovo molto bene con l’indicatore stocastico perché segue le fasi del mercato, quindi oscilla insieme al mercato, ma vorrei sostituirlo al directional movement.”
Perché proprio il directional movement?
Perché è un indicatore di analisi tecnica che è alla base della mia strategia.
La sostanza di questa domanda è:
Il confronto tra l’indicatore stocastico ed il directional movement
Ma prima di fare il confronto vero e proprio, occorre fare una doverosa premessa.
Ovverosia, devi sapere che ogni indicatore ha un ruolo diverso, ma soprattutto ci sono indicatori che funzionano in fasi di mercato diverse.
Quindi, per prima cosa devi conoscere l’indicatore che stai utilizzando e devi sapere che cosa significa l’indicatore stesso.
Nello specifico non devi vedere l’indicatore solamente come una linea e basta, ma devi entrare nella logica che l’indicatore mostra in modo diverso un grafico, e quindi semplifica l’andamento dei prezzi.
Questo perché, molto spesso, gli indicatori hanno come fonte proprio l’andamento dei prezzi, ovverosia mostrano l’andamento del mercato in maniera diversa per semplificarti la lettura del prezzo.
Capisci perché dico che prima di usare un indicatore lo devi conoscere e capire cosa ti mostra e come può aiutarti?
L’indicatore di analisi tecnica directional movement
Il directional movement è un indicatore detto “filtro”, perché serve a farti capire se il mercato è in trend o se non è in trend.
L’indicatore di analisi tecnica stocastico
Lo stocastico è un classico indicatore trendless, quindi che funziona bene nelle fasi di mercato senza trend.
Quindi?
Avrai sicuramente capito che sostituire il directional movement con lo stocastico non è possibile.
Non è possibile perché si va a sostituire un indicatore che funziona da filtro che mostra se il mercato è in trend oppure se non è in trend con un indicatore che, invece, funziona soltanto nelle fasi senza trend.
Per cui si va a perdere quello che è un indicatore fondamentale (directional movement) a fronte di un indicatore che funziona solo in determinate fasi del mercato (stocastico).
Oltretutto la mia strategia è una strategia trend following per cui inserire un indicatore trendless (cioè un indicatore di ipercomprato e ipervenduto) non ha assolutamente senso.
Indicatori di analisi tecnica: quali usare nel trading?
La risposta è: DIPENDE.
Lo so che potrà sembrarti banale, ma non so quale sia la tua strategia, non so se tradi i breakout, se segui il trend, se cerchi di anticipare il trend.
Insomma, ogni indicatore di analisi tecnica nel trading deve integrarsi al meglio all’interno della tua strategia e al tuo modo di tradare.
Ecco perché ti dico che, prima di usare un indicatore nella speranza di trovare la soluzione più semplice per fare trading, lo devi prima conoscere e capire quale aiuto ti potrebbe dare nella lettura del grafico che stai analizzando.
Gli indicatori non sono solo delle linee che ti dicono dove comprare e dove vendere, gli indicatori li devi contestualizzare e, soprattutto, devi dargli un senso logico che si leghi alla tua strategia.
Lo stocastico può essere utilizzato, non sto dicendo il contrario, anzi, quello che sto dicendo è che deve essere utilizzato all’interno di una strategia trendless, quindi di ipercomprato e di ipervenduto, ovverosia che compra nelle fasi senza trend (compri sui minimi e vendi sui massimi) in maniera rapida.
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Analisi Tecnica Trading: rottura di un supporto o resistenza
Voglio spiegarti ora i 3 modi per stabilire la validità della rottura di una trendline, di un supporto o di una resistenza.
Tantissime persone, ogni giorno, mi scrivono perché non riescono a capire, o meglio, non riescono a valutare bene i break-out di un determinato livello grafico.
I break-out sono una croce e delizia di tantissimi trader.
Ovverosia, la rottura di un supporto o di una resistenza può permetterti di farti fare grandi trade, ma alcune volte danno dei falsi segnali.
Ed è proprio qui che occorre avere un occhio ancor più oggettivo e critico.
Analisi tecnica trading: come ridurre i falsi segnali e valutare la validità di un break-out
Ma prima voglio rispondere ad una domanda ancora più importante: “Quando un break-out è più valido di un altro?”
Ci sono sostanzialmente 3 casi:
Caso 1:analisi tecnica di trendline, supporto o resistenza?
Se sei di fronte ad un determinato livello di prezzo, che può essere una trendline (attenzione alle trendline perché devono essere tracciate in maniera corretta se no la validità di un breakout della stessa potrebbe essere invalidato dal solo fatto che hai tracciato la trendline in maniera errata), un supporto o una resistenza, accertati che sia stato rotto per almeno il 3% da quello specifico livello.
Questa percentuale puoi stabilirla tu, ma più è ampia questa percentuale, ovviamente più affidabile è il segnale, però cederai una parte di rendimento potenziale, perché entrerai più tardi.
Tanti di voi magari entrano al break-out al millimetro, cioè quando un livello è rotto dello 0,2-0,3 o 0,4%, ma questo purtroppo dà tantissimi falsi segnali.
Piuttosto aspetta che il break-out venga fatto per almeno il 2-3%, ripeto, meglio il 3%.
Caso 2: analisi tecnica del volume: questo sconosciuto!
La candela di break-out dovrebbe essere fatta con volumi molto elevati.
Più sono alti e meglio è, o comunque deve essere fatto con volumi in aumento rispetto alla media dei volumi sul titolo che stai analizzando.
Poi ogni titolo ha i suoi volumi, e questa regola dei volumi vale soprattutto per le rotture al rialzo.
Quindi, per le rotture delle resistenze deve essere una regola che devi seguire in maniera ferrea, dovrebbe esserci un aumento dei volumi, perché devono esserci compratori e deve esserci aggressività dei compratori.
Nelle rotture al ribasso, quindi di supporti, questa regola può essere anche derogata, ovvero possono essere fatte anche con volumi non proprio in aumento.
Quando i volumi sono bassi sulla rottura attendi il pull-back, quindi dei ritracciamenti sul livello precedentemente rotto.
Caso 3: Analisi tecnica del fattore temporale
Il tempo è un altro criterio molto importante, perché più tempo passa dalla rottura, più quella rottura assume un valore importante per il mercato e quindi gli operatori si convincono che quel break-out è un vero break-out.
Per i più conservativi, quelli cioè meno inclini al rischio e che magari preferiscono operazioni più lunghe, attendere la conferma di almeno un 1 o 2 giorni dalla rottura e non operare durante il breakout, può essere un’alternativa.
Purtroppo, ammenochè non ci si trovi in presenza di un pull back, un’entrata ritardata sacrificherà inevitabilmente la singola operazione, sia sull’eventuale mancata performance, sia sul lato perdita potenziale intesa come distanza tra ingresso e stop loss.
Allo stesso tempo, se il secondo giorno dopo la rottura questa viene mantenuta, allora tale rottura assumerà una maggiore validità.
Analisi Tecnica trading: I Gap
I gaps rappresentano una delle figure più importanti dell’analisi tecnica: sono dei vuoti di prezzo tra 2 candele (o barre) adiacenti.
Nel caso delle candele giapponesi, affinchè si possa tecnicamente parlare di gaps, non devono sovrapporsi ne le shadow e ne i real body (corpo) di due candele consecutive.
I gaps, in generale, esprimono forza nella direzione del trend verso cui si verificano, quindi un gap-up esalta la forza di un movimento rialzista, mentre un gap-down amplifica la forza di un movimento ribassista.
La leggenda secondo cui tutti i gaps, prima o poi, devono chiudersi è clamorosamente falsa. E’ bene tenere a mente di non operare mai contro la direzione del gap! Operativamente è invece consigliato operare verso il trend.
Il gap, da un punto di vista dell’analisi tecnica nel trading è una figura di continuazione, di conferma del trend in atto. Il vuoto “creato” intorno a sè funge da zona di supporto e/o resistenza.
A livello operativo è consigliabile posizionare gli stop loss leggermente sopra/sotto il gap.
Analisi Tecnica trading: Le varie tipologie di Gap
- Breakaway gap (gap di fuga): si verifica spesso all’inizio di un nuovo trend e fornisce un segnale di forza.
- Runaway o measuring gap (gap di continuazione): si verifica nella fase centrale di un trend ed esprime forza.
- Exhaustion gap (gap di esaurimento): si verifica al termine di un trend ed esprime debolezza.
Le altre tipologie di gaps che non rientrano all’interno delle tre tipologie sopra elencate vengono definiti gaps comuni. Sebbene si verifichino più frequentemente rispetto agli altri, generalmente non danno indicazioni operative.
Conoscere le varie tipologie di gaps consente all’analista/trader di poter sfruttare importanti vantaggi nella sua operatività di trading.
Analisi Tecnica Gap: breakaway gap (gap di fuga)
E’ un gap che si verifica spesso al completamento di un’importante figura di inversione. Ad esempio, in un testa e spalle, la rottura della neckline, spesso avviene attraverso un breakaway gap.
Questa tipologia di gap si verifica frequentemente a contatto con livelli chiave, come supporti o resistenze. La rottura di tali livelli, se avviene con un gap di fuga, assume ancora maggiore rilevanza.
Il movimento che segue la rottura di una trendline con un gap di fuga spesso si trasforma in un’inversione del trend.
I gaps di fuga generalmente sono accompagnati da forti volumi.
Spesso i breakaway gaps non vengono chiusi da successivi movimenti correttivi. Possono perciò rimanere aperti per anni, solo alcune volte vengono chiusi parzialmente.
Come regola generale è possibile affermare che, maggiore è il volume che segue la formazione del gap di fuga, minori sono le probabilità che esso verrà chiuso nelle candele successive. Una chiusura oltre il gap è, infatti, un segnale di debolezza.
Il breakaway gap rappresenta una figura tecnica molto importante, perché generalmente contribuisce a dare origine a trend forti e duraturi. Quando si forma al completamento di un pattern importante, come ad esempio un testa e spalle, alla rottura di un supporto, di una resistenza o di una trendline in presenza di elevati volumi, non viene mai chiuso nei giorni e nelle settimane successive.
Analisi Tecnica Gap: RUNAWAY GAP o MEASURING GAP (gap di continuazione)
Il runaway gap è anche detto gap di continuazione o di misurazione.
E’ una tipologia di gap che si verifica nella parte centrale di un trend. Capita spesso di osservarli dopo la formazione di un gap di fuga (che si forma all’inizio di un trend).
Avvengono su volumi moderatamente elevati, di solito più contenuti rispetto a quelli che caratterizzano un gap di fuga.
Il runaway gap è una figura di continuazione del trend. Un gap-up di continuazione in un trend rialzista indica forza. Un gap-down di continuazione in un trend ribassista indica debolezza.
Vengono chiamati anche gaps di continuazione in quanto, formandosi nella parte centrale di un trend, permettono di misurare un target minimo, calcolato come distanza tra l’inizio del trend e la formazione del gap.
Esempio: di fronte ad un gap-up di continuazione, per misurare il target minimo che possono raggiungere le quotazioni, è sufficiente prendere la distanza che i prezzi hanno percorso, dal minimo, quindi dall’inizio del trend, fino alla formazione del gap, e proiettarla verticalmente verso l’alto. Solitamente i gap-up di continuazione vengono lasciati aperti per molto tempo e vengono chiusi, solo parzialmente, da successive correzioni.
Una chiusura oltre il gap esprime debolezza (in caso di gap-up) o forza (in caso di gap-down).
Quindi è consigliabile posizionare sempre gli stop loss sotto/sopra la formazione del gap. In caso di un gap-up occorre posizionare lo stop loss sotto il gap, viceversa, in caso di gap-down.
Analisi Tecnica Gap: EXHAUSTION GAP (gap di esaurimento)
I gaps di esaurimento sono quei particolari gaps che si verificano nella parte finale di un trend.
Indicano generalmente un trend stanco, prossimo ormai all’epilogo, pronto all’inversione, e si formano in presenza di volumi modesti, contrariamente ai gap di fuga che avvengono con volumi elevati e ai gap di continuazione che si realizzano con volumi moderatamente alti.
Gli exhaustion gaps, di norma, vengono chiusi nel giro di pochi giorni, diversamente dai gap di fuga che non vengono quasi mai chiusi o parzialmente chiusi, e dai gap di continuazione che, invece, a volte vengono solo parzialmente chiusi.
In estrema sintesi non è difficile riconoscere come gap di esaurimento un gap che si è formato con volumi bassi dopo un gap di fuga e dopo un gap di continuazione.
Analisi Tecnica Gap: COME RICONOSCERE UN GAP A LIVELLO GRAFICO?
Ricapitolando velocemente, un gap è un vuoto di prezzo che si forma tra una candela e quella adiacente o successiva.
Per “vuoto di prezzo” si intende la distanza, non solo tra i due corpi delle candele, ma anche delle shadow. Quindi il vuoto di prezzo è l’area che si crea tra il minimo della prima candela e il massimo della candela successiva o viceversa.
Come fare trading con i gaps di prezzo? Nell’esempio sopra si è di fronte ad un gap down, figura tecnica che esprime la forza dei venditori. E’ quindi consigliabile intraprendere un’operatività ribassista. Mai operare contro il gap!
Dove posizionare lo stop loss? L’area vuota che si è creata, agisce da supporto e/o resistenza. In questo specifico esempio agisce da resistenza. Pertanto è possibile posizionare lo stop loss, sopra la formazione del gap, cioè al minimo della candela prima all’area di vuoto.
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Analisi tecnica Trading: ISLAND REVERSAL – PATTERN DI INVERSIONE
L’ island reversal è un pattern di inversione dell’analisi tecnica molto raro. Si forma da più gaps e si contraddistingue per grande affidabilità.
E’ un pattern grafico formato dalla successione di un gap di esaurimento, seguito da un gap di fuga in cui, quest’ultimo, si forma in direzione opposta rispetto al gap di esaurimento.
E’ importante che i due gaps, che devono formarsi a distanza di qualche giorno o al massimo qualche settimana, si formino in prossimità di livelli di prezzo similari.
L’esempio grafico riporta un classico caso di island reversal.
Come vedi è possibile identificare un movimento ribassista o downtrend. Il primo gap di fuga (che non è stato chiuso nei giorni successivi), si sviluppa alla rottura di un supporto ed è seguito da un aumento di volumi.
Poi il trend si sviluppa e genera un nuovo gap di esaurimento, con volumi elevati. Ma nei giorni successivi il gap viene immediatamente chiuso e si inverte il trend principale: si forma un nuovo gap di fuga con alti volumi, che partorisce il nuovo trend rialzista o uptrend.
Nell’esempio è possibile operare alla fine del secondo gap di fuga. Prezzo di entrata: il livello minimo della prima candela dopo il gap. Stop loss: il prezzo massimo dell’ultima candela prima del gap.
Analisi tecnica o Analisi Fondamentale? Differenze?
C’è sempre stato uno scontro totale tra i sostenitori dell’una contro i sostenitori dell’altra.
Ognuno fermo sui suoi principi, muro contro un muro, credendo che la propria metodologia di analisi sia migliore dell’altra e che l’altra, sostanzialmente, non serva a nulla.
Insomma un’infinita battaglia persa contro i mulini a vento.
E allora, data la grande confusione, soprattutto per chi inizia cercherò di fare un po’ di chiarezza su questi 2 tipi di analisi.
Partiamo dal presupposto che sono 2 tipi di analisi che funzionano bene, a patto che vengano fatte nel modo corretto, perché se vengono fatte male non funzionano né l’una né l’altra.
Entrambe hanno degli obiettivi specifici e li si raggiunge attraverso una determinata metodologia: ecco perché non è detto che una è meglio dell’altra, così come non è detto che una funzioni e l’altra no.
Tutte e 2 devono essere applicate in modo corretto, con i giusti obiettivi, con le giuste metodologie e i giusti strumenti.
L’analisi tecnica e l’analisi fondamentale possono essere integrate per una migliore analisi.
E’ possibile integrare queste 2 forme di analisi per ottenere dei risultati migliori nel tuo trading.
Io vengo da una formazione di tipo economico-aziendale, quindi ho studiato all’università economia aziendale e poi mi sono specializzato in analisi tecnica conseguendo diverse certificazioni. (Sono certificato sia SIAT sia IFTA).
Quindi conosco entrambe le tipologie di analisi in maniera molto approfondita.
L’analisi tecnica analizza i prezzi, quindi gli effetti provocati da delle cause che non conosciamo, si concentra sull’analisi degli effetti del prezzo, per esempio, di un’azione.
Se l’azione sale significa che c’è qualche causa che ha spinto i prezzi a salire, e quindi ha spinto i compratori a pagare dei prezzi più alti.
All’analisi tecnica non interessano le cause, ma guarda soltanto gli effetti.
L’analisi fondamentale, invece, analizza i bilanci, il settore, il business, l’economia, la macroeconomia, e quindi si concentra sulle cause che generano i movimenti dei prezzi, che a loro volta generano un effetto (che si vede sull’andamento del grafico).
Ricapitolando:
L’analisi tecnica si concentra sugli effetti, non tiene conto delle cause, perché sostiene che esse siano inglobate all’interno dei prezzi.
Serve per dettare il timing più corretto per capire quando comprare e quando vendere.
L’analisi fondamentale si concentra sulle cause: analizza i bilanci e le situazioni macro per capire e vedere le cause che stanno alla base di un’azienda. Così facendo è possibile determinare il valore intrinseco, o meglio, il valore reale di un’azione o società.
Serve per determinare COSA comprare e cosa vendere.
Analisi tecnica o analisi fondamentale? Uniamole insieme per una migliore analisi
Unendo l’analisi tecnica con l’analisi fondamentale, puoi utilizzare l’analisi fondamentale per vedere che cosa comprare, e quindi per concentrarti sulle azioni (ad esempio per comprare le azioni di una società che sono solide e che hanno un business in crescita), e puoi usare in contemporanea l’analisi tecnica per decidere quando comprare il titolo e quando invece venderlo.
Così facendo avrai sicuramente capito che sei in grado di eliminare subito quei titoli che potrebbero non rispettare la tua strategia, e quindi costruire il tuo portafoglio azionario con titoli di aziende solide.
Il timing dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale è diverso.
Gli orizzonti temporali dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale sono diversi, nello specifico l’analisi tecnica può essere utilizzata sia nel breve che nel medio e lungo termine, quindi è un po’ adatta a qualsiasi orizzonte temporale.
Con l’analisi tecnica puoi comprare e vendere azioni anche all’interno di una stessa giornata.
L’analisi fondamentale, invece, si presta solamente per analisi di lungo termine e, quindi, per comprare azioni e tenerle per mesi se non addirittura anni.
Ecco che l’orizzonte temporale è diverso in questo senso: l’analisi tecnica è un po’ più flessibile rispetto all’analisi fondamentale.
L’analisi tecnica ha come fonte i dati dei grafici che riassumono i movimenti dei prezzi, l’analisi fondamentale, invece, prende i dati dai bilanci delle società e dai dati macroeconomici.
Ne consegue che queste 2 tipologie di analisi hanno una lettura completamente diversa.
Infatti l’analisi tecnica ha come concetti la teoria di Dow.
L’analisi fondamentale, invece, utilizza come dati il roe, il roi e bilanci.
L’obiettivo dell’analisi tecnica:
Trovare un trend, quindi vedere il trend dei prezzi che può essere, ad esempio, rialzista e quindi andare ad operare in direzione di quel trend.
L’analisi tecnica ha una visione sul passato, ovverosia guarda i movimenti passati dei prezzi.
L’obiettivo dell’analisi fondamentale:
Si concentra nel trovare il valore intrinseco della società, cioè analizzare i bilanci di un’azienda.
L’analisi fondamentale guarda ai dati passati perché analizza i bilanci, ma guarda anche le stime future di crescita della società.
Un bravo analista tecnico deve sapere integrare perfettamente queste 2 tipologie di analisi e non può permettersi di ritenere una migliore dell’altra.
Deve saperle integrare alla perfezione per essere in grado di fare un’analisi completa per ogni strumento finanziario che intende analizzare, sia che lavori per se stesso, sia che lavori per terze persone.
Spero con questo articolo di averti chiarito le idee sull’analisi tecnica nel trading.
Per approfondimenti visita la nostra pagina, troverai un sacco di informazioni utili per diventare un ottimo trader.
Buon trading!
Alessandro Moretti