Guida completa sull’Analisi Tecnica

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Analisi tecnica

Lo sai che, se chiedessi a 100 trader di spiegarmi che cos’è l’analisi tecnica nel trading e a che cosa serve, probabilmente il 90% di loro non sarebbe in grado di darmi una risposta corretta ed approfondita?

Disarmante come dato non trovi?

Questo accade perché la maggior parte delle persone fa trading e parla quotidianamente di analisi tecnica, senza però sapere realmente quale sia il suo scopo reale.

Questa è una competenza che devi avere, sia che tu voglia fare trading on-line sul forex, sul mercato azionario (italiano, europeo, americano) sulle commodity, o comunque in generale su ogni strumento finanziario che necessita di un’analisi.

Il web è pieno di trader che ti vogliono vendere ad ogni costo il loro corso di analisi tecnica, dove spiegano tantissime cose che vanno benissimo, a patto che tu abbia compreso veramente l’utilizzo reale dell’analisi tecnica nel trading.

È come costruire una casa: è possibile farlo, molti lo fanno, ma se provi a costruirla partendo dal tetto, ovviamente, non ci riusciresti mai.

Lo stesso vale per l’analisi tecnica nel trading: se si studia dalle fondamenta e si apprende realmente il suo significato, allora può essere utilizzata in modo profittevole.

Tra l’altro, prima di procedere con la lettura, ho piacere di segnalarti il mio corso base di analisi tecnica che trovi gratuitamente su Youtube, clicca qui per guardarlo, oppure salvalo per dopo.

 

Analisi Tecnica Trading cos’è?

L’analisi tecnica è lo studio dell’andamento dei prezzi attraverso l’uso di grafici, che rappresentano il movimento dei prezzi nel tempo.

Analizzando tale movimento si individuerà la formazione di un trend nelle sue fasi iniziali, al fine di prevedere il suo sviluppo futuro più probabile.

Una delle regole principali di un trend è che, una volta formato, è più probabile che prosegua tale direzione, questa regola deriva dalla teoria di Charles Dow sviluppata nel 1900.

Quindi devi andare a individuare il trend nelle sue fasi iniziali, per poi prevedere la sua direzione futura più probabile.

Analizzate tali fasi e lo sviluppo del trend, si andrà a investire in quella direzione.

Sembra una cosa semplice, ma non è così facile.

Come trovare la direzione di un titolo?

Il primo principio su cui si costruisce l’analisi tecnica è che un trend, una volta stabilito, è più probabile che continui piuttosto che invertire la sua direzione.

Questo principio deriva dalla psicologia della massa degli operatori che compone il mercato, e che spinge i prezzi in alto ed in basso nel tempo.

Dato che la psicologia degli esseri umani (intesi come massa di persone) è immutabile.

In quanto parte della natura stessa dell’uomo, questo principio, che ha funzionato in passato, tenderà ad essere vero anche in futuro (almeno fin quando il mercato sarà formato prevalentemente da esseri umani).

Lo scopo dell’analisi tecnica nel trading è quello di individuare il trend attuale del mercato (nell’arco temporale di nostro interesse) con l’obiettivo di prevedere il percorso più probabile che i prezzi seguiranno, e sfruttarlo a proprio favore durante la nostra attività di trading.

Cosa significa fare analisi tecnica?

Fare analisi tecnica significa individuare il trend, prevedere lo scenario più probabile (in direzione del trend individuato), investire nella direzione del trend.

Va da se che operare contro il trend rilevato è come scegliere in un’estrazione una pallina rossa, sapendo che nel sacco ci sono più palline verdi che rosse.

La scelta è chiaramente soggettiva, ma poi risulterebbe inutile lamentarsi se i risultati ottenuti non sono in linea con le aspettative.

Se si usa l’analisi tecnica nel trading per prevedere l’andamento futuro più probabile che i prezzi seguiranno, essa va usata in modo corretto.

Utilizzare l’analisi tecnica in modo NON corretto significa (che può significare non saper individuare un trend, non sapere quando usare un indicatore piuttosto che un altro, non saper riconoscere figure grafiche, non sapere individuare supporti e resistenze), inevitabilmente la perdita di affidabilità del nostro strumento.

L’analisi tecnica va utilizzata con lo scopo di ipotizzare lo scenario che ha più probabilità di verificarsi.

Tale scopo si raggiunge individuando il trend attuale del mercato, ed ipotizzando che è più probabile che un trend prosegua piuttosto che inverta la sua direzione.

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I 3 principi dell’analisi tecnica

Questi 3 principi sono stati sviluppati da Charles Dow a fine 800, li possiamo riassumere in:

  • I mercati scontano tutto
  • I prezzi si muovono in trend
  • La storia si ripete

I mercati scontano tutto” significa che ad oggi i prezzi riflettono tutte le notizie che sono conosciute, presenti e future, così che viene scontato e assimilato dal mercato.

I prezzi si muovono in un trend“. I trend hanno diversi gradi e sono principalmente tre:

  • Il Trend Ribassista
  • Trend Laterale (assenza di trend)
  • Il Trend Rialzista

E’ molto importante questa regola, fissala bene nella tua testolina:

Una volta che i prezzi instaurano un nuovo trend, è più probabile che proseguono tale direzione, piuttosto che la invertano.

La storia si ripete” significa che le figure o pattern di prezzo che si sviluppano nel passato è molto probabile che si ripetano anche in futuro, quindi ciò che ha funzionato nel passato con molta probabilità potrà funzionare in futuro.

Il motivo è che tutti i movimenti dei prezzi sono basati sulla psicologia umana, e tali comportamenti risultano essere costanti nel tempo e nello spazio.

In breve, la psicologia umana rimane sempre la stessa, sia nel passato che nel futuro e in qualsiasi posto o luogo.

Soprattutto quando agiscono in massa e non individualmente, perché tale comportamento è primordiale.

Analisi tecnica trading: i vantaggi

Si possono riassumere in quattro punti i vantaggi dell’analisi tecnica:

  • Flessibilità
  • Adattabilità
  • Timing
  • Previsione economica

Flessibilità nel trading

Può essere usata in qualsiasi arco temporale, operando nel breve, medio e lungo periodo.

La si può usare “intraday”, operazioni che si aprono e si chiudono nell’arco di una giornata, o “multiday”, operazioni che durano qualche giorno o settimana, e operazioni a lungo termine che durano mesi o anni.

Quindi la si può vedere in un ottica di trading a breve termine o in ottica di investing, di investimento a lungo termine.

Adattabilità dell’analisi tecnica

La si può usare su molti strumenti finanziari, analizzando azioni (italiane, americane, ect), indici, materie prime (oro, argento, petrolio, ect) e il forex (cambi valutari, eur/usd, ect).

Timing nel trading

Funziona molto bene nella determinazione del tempo di ingresso e di uscita dal mercato.

Ti permette di capire quando dobbiamo comprare o vendere un titolo, lavorando sul movimento dei prezzi e analizzando il loro comportamento, riuscendo a trovare livelli chiave del mercato, in un determinato periodo.

Previsioni economiche per fare trading 

L’analisi tecnica può essere impiegata per fare previsioni economiche.

Per esempio, analizzando il costo delle materie prime, può dirci molte cose sul futuro andamento dell’inflazione, un loro aumento, presuppone una salita dei prezzi dei prodotti e quindi tende ad aumentare anche l’inflazione.

Fare Trading con l’analisi tecnica

L’attività di trading è molto complessa, è costituita da 3 elementi fondamentali:

  • Processo di analisi
  • Gestione del capitale e definizione del rischio
  • Psicologia e gestione delle emozioni

Tali elementi hanno tutti la stessa importanza.

La noncuranza anche di uno solo di questi 3 aspetti porterà inevitabilmente al fallimento nel lungo termine.

E’ come sedersi su uno sgabello che poggia su 3 piedi.

Togliere uno solo dei suoi 3 piedi causerà la mancanza di equilibrio e l’inevitabile caduta di chi vi è seduto sopra.

L’analisi tecnica funziona, il suo valore produttivo ha resistito alla prova del tempo ed è ampiamente riconosciuto dagli esperti del settore.

Viene utilizzata da sempre, ma per avere successo deve essere utilizzata in modo sano e corretto, conoscendo rischi e potenzialità di tutti gli strumenti a disposizione.

A cosa servono gli indicatori di analisi tecnica

Gli indicatori di analisi tecnica sono molto importanti da utilizzare all’interno della tua strategia, ma li devi anche conoscere bene.

Qualche giorno fa ho ricevuto una mail da parte di un mio cliente che sta imparando la mia strategia e mi ha chiesto:

Mi trovo molto bene con l’indicatore stocastico perché segue le fasi del mercato, quindi oscilla insieme al mercato, ma vorrei sostituirlo al directional movement.

Perché proprio il directional movement?

Perché è un indicatore di analisi tecnica che è alla base della mia strategia.

Ora prima di approfondire questo specifico indicatore vorrei aprire una parentesi e vedere insieme cosa sono gli indicatori di prezzo nel trading.

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Cosa sono gli indicatori di prezzo

Come tutti gli indicatori sono degli strumenti per misurare o segnalare i valori di specifiche dimensioni in analisi o sotto monitoraggio.

Tuttavia, prestate particolare attenzione, perché nel trading sono importanti ma rimangono strumenti aggiuntivi all’analisi dei grafici.

Gli indicatori di prezzo cosa fanno e come puoi usarli per il tuo trading?

A partire dai prezzi di un titolo, massimi, minimi o una loro media, lo manipolano a seconda dell’indicatore e del fenomeno da misurare.

Servono per dare output che semplificano l’interpretazione di un grafico.

Di solito questi output consistono in una linea che oscilla tra 0 e 100.

Sono validissimi strumenti di supporto che ci aiutano a prendere le decisioni e possono evitare di farci prendere per veri i falsi segnali.

I 3 tipi di indicatori di prezzo

Gli indicatori di prezzo non sono però tutti uguali tra di loro.

Ci sono 3 tipologie diverse di indicatori di prezzo:

  1. Gli indicatori di filtro
  2. Indicatori trend following
  3. Gli indicatori counter trend

Gli indicatori filtro consentono di capire se un titolo si trova in trending o in fase trendless, ossia in presenza o assenza di trend.

Mentre i segnalatori trend following funzionano molto bene nelle fasi di trend e sono completamente inutili nelle fasi laterali del mercato o nelle fasi counter trend, dove al contrario si useranno indicatori del terzo tipo, specifici per questa fase.

Come utilizzare gli indicatori di prezzo

Gli indicatori servono per dirci le stesse cose che possiamo leggere su un grafico, ma in una maniera molto più semplice.

Tuttavia esistono veramente tanti indicatori, non solo di prezzo, per questo la prima cosa che ti consiglio di fare nello scegliere l’indicatore giusto è di capire cosa esso significa, cosa esso riassume.

Ricorda: non tutti gli indicatori vanno bene per tutte le fasi di mercato.

Ad esempio nel caso dei nostri indicatori di prezzo utilizzare un indicatore di filtro è diverso da usare uno di fase trending, mi sembra abbastanza scontato.

Molti a questo punto, per non sbagliare, iniziano ad usare gli indicatori tutti insieme, rendendo un grafico complesso ancora più pieno e carico di informazioni.

Invece che usarli per semplificare li usano per complicare le cose.

In realtà, è solo comprendendo a cosa un indicatore serve che possiamo usarli insieme in una combinazione unica ed efficiente.

Un esempio di indicatori utili per l’analisi tecnica

Vi faccio capire tutto con un semplice esempio che riderete per la sua semplicità

Se ho indicatori di prezzo filtro, trending e counter trend come li uso?

Parto dall’indice di filtro, questo mi dirà se mi trovo in una fase di trend o no e la sua forza e di conseguenza dopo uso le altre 2 tipologie di indicatori: trending se seguo un approccio trend following, counter trend se uso una strategia contro trend.

Lo so è semplice, ma all’inizio anche le cose più scontate a causa del sovraccarico di informazioni non riusciamo a “processarle”.

Gli indicatori di prezzo possono essere usati nelle impostazioni di strategie di trading per la definizione di supporti e resistenze.

Sì, è vero, ci sono altri indicatori per fare questo lavoro, ma come analisi iniziale e di primo impatto usare e basarsi su questi indicatori e sui livelli di prezzo massimo e minimo per fissare supporti e resistenze non è una cattiva idea.

Guardiamo un attimo al grafico in basso.

Il prezzo ha raggiunto 3 volte un preciso livello che può così essere una resistenza da non sottovalutare.

Se infatti il titolo vi si riavvicina è possibile che la rompa e dia inizio a un nuovo trend rialzista.

Questi indicatori sono oltre che accompagnati da altri indici, usati insieme ai volumi e alle trend line per verificare la validità e la possibile conferma di un segnale o rottura di un trend.

trendline

I migliori indicatori di prezzo per ogni tipologia

Come ribadito gli indicatori a seconda del fenomeno che studiano sono più o meno attendibili ed affidabili, però sono davvero tanti.

Ma quale indicatore di prezzo scegliere?

Sebbene sono veramente tanti e una trattazione esaustiva sarebbe ora incoerente ci tengo però a darti alcune dritte su quale indicatore utilizzare per tipologia.

Tra gli indicatori di filtro non posso non citare il Directional Movement e il ROC- Rate of Change entrambi sono alla base delle mie strategie di trading.

Tra i filtri si può usare anche l’indicatore Momentum, questo può essere molto valido anche come indicatore trend following ma soprattutto counter trend, dove è decisamente più affidabile.

Il Momentum e la sua espressione percentuale, il ROC, sono oscillatori e se vanno sopra lo zero avremo un segnale di uptrend, sotto lo zero di down trend.

Nel grafico è rappresentato il grafico a candele e il corrispondente Momentum e ROC entrambi a 10 periodi.

Notate, quando sono negativi, le frecce rosse, è il segnale di rottura del trend e di inversione, hanno fatto a dovere il loro lavoro da filtri.

Un altro fondamentale indicatore filtro

Mentre sempre tra gli indicatori di filtro abbiamo il CCI- Commodity Channel Index.

Anche questo indicatore come il momentum è ugualmente utilizzabile per altre fasi in particolare come indicatore trend following dove è molto valido.

Analisi tecnica esempi

Nel caso ci troviamo in una situazione counter trend gli indicatori che preferisco e normalmente più utilizzati sono l’indicatore stocastico e l’RSI- Relative Strenght Index.

Nel caso invece di indicatori trend following allora tra i più utilizzati abbiamo sicuramente le medie mobili che sono anche tra i più semplici e base per la costruzione di altri indicatori e d il MACD.

Come vi ho detto ci sono veramente moltissimi indicatori e come avete potuto leggere non tutti gli indicatori vanno bene per una fase di mercato.

Ho cercato di darvi qualche dritta e scremando molto tra tutti quelli esistenti consegnandovi i principali e che non potete non conoscere.

L’utilizzo in combinato di più di un indicatore è una buona soluzione per verificare e confermare i segnali che un titolo comunica. Come sempre, però, dovete capire bene a cosa un indicatore serve e come vi può parlare.

Il confronto tra indicatore stocastico ed il directional movement

Ma prima di fare il confronto tra indicatore stocastico e directional movement dobbiamo sapere che ogni indicatore ha un ruolo diverso, ma soprattutto ci sono indicatori che funzionano in fasi di mercato diverse.

Quindi, per prima cosa devi conoscere l’indicatore che stai utilizzando e devi sapere che cosa significa l’indicatore stesso.

Nello specifico non devi vedere l’indicatore solamente come una linea e basta, ma devi entrare nella logica che l’indicatore mostra in modo diverso un grafico, e quindi semplifica l’andamento dei prezzi.

Questo perché, molto spesso, gli indicatori hanno come fonte proprio l’andamento dei prezzi, ovverosia mostrano l’andamento del mercato in maniera diversa per semplificarti la lettura del prezzo.

Capisci perché dico che prima di usare un indicatore lo devi conoscere e capire cosa ti mostra e come può aiutarti?

L’indicatore di analisi tecnica directional movement

Il directional movement è un indicatore detto “filtro”, perché serve a farti capire se il mercato è in trend o se non è in trend. Analisi tecnica indicatori

L’indicatore di analisi tecnica stocastico

Lo stocastico è un classico indicatore trendless, quindi che funziona bene nelle fasi di mercato senza trend.

Quindi?

Avrai sicuramente capito che sostituire il directional movement con lo stocastico non è possibile.

Non è possibile perché si va a sostituire un indicatore che funziona da filtro che mostra se il mercato è in trend oppure se non è in trend con un indicatore che, invece, funziona soltanto nelle fasi senza trend.

Per cui si va a perdere quello che è un indicatore fondamentale (directional movement) a fronte di un indicatore che funziona solo in determinate fasi del mercato (stocastico).

Oltretutto la mia strategia è una strategia trend following per cui inserire un indicatore trendless (cioè un indicatore di ipercomprato e ipervenduto) non ha assolutamente senso.

Indicatori di analisi tecnica: quali usare nel trading?

La risposta è: DIPENDE.

Lo so che potrà sembrarti banale, ma non so quale sia la tua strategia, non so se tradi i breakout, se segui il trend, se cerchi di anticipare il trend.

Insomma, ogni indicatore di analisi tecnica nel trading deve integrarsi al meglio all’interno della tua strategia e al tuo modo di tradare.

Ecco perché ti dico che, prima di usare un indicatore nella speranza di trovare la soluzione più semplice per fare trading, lo devi prima conoscere e capire quale aiuto ti potrebbe dare nella lettura del grafico che stai analizzando.

Gli indicatori non sono solo delle linee che ti dicono dove comprare e dove vendere, gli indicatori li devi contestualizzare e, soprattutto, devi dargli un senso logico che si leghi alla tua strategia.

Lo stocastico può essere utilizzato, non sto dicendo il contrario, anzi, quello che sto dicendo è che deve essere utilizzato all’interno di una strategia trendless, quindi di ipercomprato e di ipervenduto, ovverosia che compra nelle fasi senza trend (compri sui minimi e vendi sui massimi) in maniera rapida.

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Analisi Tecnica Trading: rottura di un supporto o resistenza

Voglio spiegarti ora  i 3 modi per stabilire la validità della rottura di una trendline, di un supporto o di una resistenza che può servirti anche per determinare il miglior stop loss.

Tantissime persone, ogni giorno, mi scrivono perché non riescono a capire, o meglio, non riescono a valutare bene i break-out di un determinato livello grafico.

I break-out sono una croce e delizia di tantissimi trader. 

Ovverosia, la rottura di un supporto o di una resistenza può permetterti di farti fare grandi trade, ma alcune volte danno dei falsi segnali.

Ed è proprio qui che occorre avere un occhio ancor più oggettivo e critico.

Come ridurre i falsi segnali nel trading

Ma prima voglio rispondere ad una domanda ancora più importante: “Quando un break-out è più valido di un altro?

Ci sono sostanzialmente 3 casi:

Caso 1: analisi tecnica di trendline, supporto o resistenza?

Se sei di fronte ad un determinato livello di prezzo, che può essere una trendline un supporto o una resistenza, accertati che sia stato rotto per almeno il 3% da quello specifico livello.

Attenzione alle trendline perché devono essere tracciate in maniera corretta se no la validità di un breakout della stessa potrebbe essere invalidato dal solo fatto che hai tracciato la trendline in maniera errata.

Questa percentuale puoi stabilirla tu, ma più è ampia questa percentuale, ovviamente più affidabile è il segnale, però cederai una parte di rendimento potenziale, perché entrerai più tardi.

Tanti di voi magari entrano al break-out al millimetro, cioè quando un livello è rotto dello 0,2-0,3 o 0,4%, ma questo purtroppo dà tantissimi falsi segnali.

Piuttosto aspetta che il break-out venga fatto per almeno il 2-3%, ripeto, meglio il 3%.

Caso 2 analisi tecnica del volume: questo sconosciuto!

La candela di break-out dovrebbe essere fatta con volumi molto elevati.

Più sono alti e meglio è, o comunque deve essere fatto con volumi in aumento rispetto alla media dei volumi sul titolo che stai analizzando.

Poi ogni titolo ha i suoi volumi, e questa regola dei volumi vale soprattutto per le rotture al rialzo.

Analisi tecnica

 

Quindi, per le rotture delle resistenze deve essere una regola che devi seguire in maniera ferrea, dovrebbe esserci un aumento dei volumi, perché devono esserci compratori e deve esserci aggressività dei compratori.

Nelle rotture al ribasso, quindi di supporti, questa regola può essere anche derogata, ovvero possono essere fatte anche con volumi non proprio in aumento.

Quando i volumi sono bassi sulla rottura attendi il pull-back, quindi dei ritracciamenti sul livello precedentemente rotto.

Caso 3: Analisi tecnica del fattore temporale

Il tempo è un altro criterio molto importante, perché più tempo passa dalla rottura, più quella rottura assume un valore importante per il mercato e quindi gli operatori si convincono che quel break-out è un vero break-out.

Per i più conservativi, quelli cioè meno inclini al rischio e che magari preferiscono operazioni più lunghe, attendere la conferma di almeno un 1 o 2 giorni dalla rottura e non operare durante il breakout, può essere un’alternativa.

Purtroppo, ammenochè non ci si trovi in presenza di un pull back, un’entrata ritardata sacrificherà inevitabilmente la singola operazione.

Ciò sia sull’eventuale mancata performance, sia sul lato perdita potenziale intesa come distanza tra ingresso e stop loss.

Allo stesso tempo, se il secondo giorno dopo la rottura questa viene mantenuta, allora tale rottura assumerà una maggiore validità.

Cosa sono i gap nel trading?

I gaps rappresentano una delle figure più importanti dell’analisi tecnica: sono dei vuoti di prezzo tra 2 candele (o barre) adiacenti.

Nel caso delle candele giapponesi, affinché si possa tecnicamente parlare di gaps, non devono sovrapporsi ne le shadow e ne i real body (corpo) di due candele consecutive. gap trading

I gaps, in generale, esprimono forza nella direzione del trend verso cui si verificano.

Ne esistono quattro tipologie e insieme agli stop loss sono fondamentali per fare trading.

Analisi tecnica Trading: Island Reversal

L’ island reversal è un pattern di inversione dell’analisi tecnica molto raro. Si forma da più gaps e si contraddistingue per grande affidabilità.

E’ un pattern grafico formato dalla successione di un gap di esaurimento, seguito da un gap di fuga in cui, quest’ultimo, si forma in direzione opposta rispetto al gap di esaurimento.

E’ importante che i due gaps, che devono formarsi a distanza di qualche giorno o al massimo qualche settimana, si formino in prossimità di livelli di prezzo similari.

L’esempio grafico riporta un classico caso di island reversal. cisland reversal

Come vedi è possibile identificare un movimento ribassista o downtrend. Il primo gap di fuga (che non è stato chiuso nei giorni successivi), si sviluppa alla rottura di un supporto ed è seguito da un aumento di volumi.

Poi il trend si sviluppa e genera un nuovo gap di esaurimento, con volumi elevati.

Ma nei giorni successivi il gap viene immediatamente chiuso e si inverte il trend principale: si forma un nuovo gap di fuga con alti volumi, che partorisce il nuovo trend rialzista o uptrend.

Nell’esempio è possibile operare alla fine del secondo gap di fuga.

Prezzo di entrata: il livello minimo della prima candela dopo il gap.

Stop loss: il prezzo massimo dell’ultima candela prima del gap.

Analisi tecnica o Analisi Fondamentale? Differenze?

C’è sempre stato uno scontro totale tra i sostenitori dell’una contro i sostenitori dell’altra.

Ognuno fermo sui suoi principi, muro contro un muro, credendo che la propria metodologia di analisi sia migliore dell’altra e che l’altra, sostanzialmente, non serva a nulla.

Insomma un’infinita battaglia persa contro i mulini a vento.

E allora, data la grande confusione, soprattutto per chi inizia cercherò di fare un po’ di chiarezza su questi 2 tipi di analisi.

Partiamo dal presupposto che sono 2 tipi di analisi che funzionano bene, a patto che vengano fatte nel modo corretto, perché se vengono fatte male non funzionano né l’una né l’altra.

Entrambe hanno degli obiettivi specifici e li si raggiunge attraverso una determinata metodologia: ecco perché non è detto che una è meglio dell’altra, così come non è detto che una funzioni e l’altra no.

L’analisi tecnica e l’analisi fondamentale possono essere integrate per una migliore analisi.

L’analisi tecnica analizza i prezzi, quindi gli effetti provocati da delle cause che non conosciamo, si concentra sull’analisi degli effetti del prezzo, per esempio, di un’azione.

Se l’azione sale significa che c’è qualche causa che ha spinto i prezzi a salire, e quindi ha spinto i compratori a pagare dei prezzi più alti.

All’analisi tecnica non interessano le cause, ma guarda soltanto gli effetti.

L’analisi fondamentale, invece, analizza i bilanci, il settore, il business, l’economia, la macroeconomia, e quindi si concentra sulle cause che generano i movimenti dei prezzi, che a loro volta generano un effetto (che si vede sull’andamento del grafico).

Principali pattern grafici di analisi tecnica

Vediamo insieme un importantissimo pattern grafico di inversione dell’analisi tecnica chiamato testa e spalle.

Essendoci un trend da invertire, la prima cosa da verificare in un testa e spalle é la presenza di un chiaro trend di provenienza.

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Il pattern grafico: testa e spalle

Il pattern di inversione testa e spalle é composto da tre movimenti importanti:

  • Spalla sinistra (primo massimo rilevante)
  • Testa (secondo massimo più alto rispetto al precedente)
  • Spalla destra (terzo massimo più basso del massimo precedente identificato come Testa)

I volumi che si formano sulla testa devono essere più bassi dei volumi che si formano sulla spalla sinistra, avremo cioè volumi decrescenti durante la formazione della testa.

Nella figura di inversione testa e spalle, la rottura della trendline mostra il cambiamento del trend ma senza segnali di ingresso.

Dopo la rottura della trendline si deve formare la spalla destra, che più o meno è sullo stesso livello della spalla sinistra; é importante che la spalla destra non sia maggiore del massimo della testa.

Più piccola è la spalla destra, più bassi sono i volumi, più è importante il pattern di inversione e quindi il potenziale.

Una volta formata la spalla destra, si può disegnare la neckline, letteralmente linea del collo, ovvero la linea più importante che indica il livello da rompere per attivare il setup di ingresso.

Si traccia, unendo il minimo formato tra la spalla sinistra e la testa e il minimo formato tra la testa e la spalla destra, estendendola fino ad un eventuale rottura che indicherebbe il segnale di ingresso.

Come fare trading con il pattern testa e spalle

Nel pattern di inversione illustrato, il target si misura prendendo la distanza verticale dal massimo della testa fino ad arrivare alla neckline e si proietta nel punto di rottura della neckline, cioè nel livello di ingresso.

Lo stop loss va impostato sopra il massimo precedente alla rottura della neckline.

Il testa e spalla rialzista funziona alla stessa maniera ma rovesciato.

È più difficile da spiegare che da applicare, ma nei vari video che troverai sul nostro sito o nel super corso di analisi tecnica che ho preparato, avrai tutte le nozioni che servono in maniera semplice e pratica

Ricapitolando le differenze tra analisi fondamentale e tecnica

L’analisi tecnica si concentra sugli effetti, non tiene conto delle cause, perché sostiene che esse siano inglobate all’interno dei prezzi.

Serve per dettare il timing più corretto per capire quando comprare e quando vendere.

L’analisi fondamentale si concentra sulle cause: analizza i bilanci e le situazioni macro per capire e vedere le cause che stanno alla base di un’azienda.

Così facendo è possibile determinare il valore intrinseco, o meglio, il valore reale di un’azione o società.

Unendo l’analisi tecnica con l’analisi fondamentale sarai in grado di eliminare subito quei titoli che potrebbero non rispettare la tua strategia, e quindi costruire il tuo portafoglio azionario con titoli di aziende solide.

Il timing dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale è diverso.

Gli orizzonti temporali dell’analisi tecnica e dell’analisi fondamentale sono diversi, nello specifico l’analisi tecnica può essere utilizzata sia nel breve che nel medio e lungo termine, quindi è un po’ adatta a qualsiasi orizzonte temporale.

Con l’analisi tecnica puoi comprare e vendere azioni anche all’interno di una stessa giornata.

L’analisi fondamentale, invece, si presta solamente per analisi di lungo termine e, quindi, per comprare azioni e tenerle per mesi se non addirittura anni.

Ecco che l’orizzonte temporale è diverso in questo senso: l’analisi tecnica è un po’ più flessibile rispetto all’analisi fondamentale.

L’analisi fondamentale, invece, prende i dati dai bilanci delle società e dai dati macroeconomici se vuoi approfondire ti consiglio di leggere qua: Analisi fondamentale: la guida completa.

Ora che abbiamo chiarito una serie di aspetti importanti sull’analisi tecnica ti voglio parlare di come farla diventare un lavoro, seguimi perché questa parte ti interesserà moltissimo.

Lavorare nella finanza come professionista?

É l’opportunità più interessante del mondo.

Ti ho visto che hai appena fatto una smorfia di disapprovazione!

Non lo dico perché io faccio l’analista tecnico finanziario di professione da oltre 10 anni, e sono certificato con il Diploma SIAT, la Società italiana di analisi tecnica, ma perché è veramente così.

Lavorare nella finanza ti da una libertà che nessun altro lavoro è in grado di darti, ma non parlo solo di libertà economica, il mio discorso va oltre il mero denaro.

Per libertà intendo la libertà personale, che ho trovato nel momento in cui sono diventato un professionista della finanza certificato.

Come lavorare nella finanza da analista tecnico finanziario certificato?

Diventare un professionista della finanza certificato dalla SIAT (Società Italiana Analisi Tecnica: unica riconosciuta a livello italiano) significa aver studiato ogni dettaglio dell’analisi tecnica, aver creato la propria strategia di trading, ma soprattutto aver passato ore e ore davanti ai grafici cercando di capire l’essenza di ogni strumento finanziario che il mercato offre.

Per raggiungere livelli simili c’è un’unica strada: LO STUDIO!

Niente scorciatoie, niente formule magiche, niente di niente, solo studio, passione, costanza e determinazione.

Ecco perché ho creato il percorso professionalizzante, online e dal vivo, per diventare analista tecnico finanziario certificato e creare la tua strategia di trading su misura, in 12 settimane, con la nostra guida.

Voglio evitare che tu ti faccia illudere da tutti quei venditori di fumo che ci sono in rete, e che cercano di convincerti che essere un analista tecnico finanziario non serva a nulla.

Tutto ciò che leggi nel mio sito e in maniera più strutturata, organizzata ed esaustiva, nella Masterclass che ho creato, sono esattamente le stesse conoscenze che io ho appreso in anni di studi, e che mi hanno fatto diventare il trader professionista che sono oggi.

Poter condividere con te il mio sapere tecnico sul mondo della finanza è una soddisfazione indescrivibile.

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Chi può diventare un professionista della finanza certificato?

Lavorare nella finanza in realtà lo può fare chiunque, purché affronti il giusto percorso, atto a sostenere infine la certificazione di analista tecnico finanziario della SIAT.

La professione di analista tecnico finanziario certificato può essere utilizzata per generare una fonte di reddito primaria, o anche una fonte di reddito secondaria, ad esempio come trader part-time.

Puoi trovare sbocchi lavorativi nel mondo della Formazione, perché la prima cosa che può fare un laureato o un diplomato è divulgare le proprie competenze ad esempio.

Puoi trovare sbocchi in ambito informativo tramite collaborazioni con testate giornalistiche di finanza e non, online e offline.

Comincerai come analista tecnico junior crescendo nel tempo. Potrai ovviamente essere retribuito su più fronti quindi avere anche entrate diversificate.

Se vuoi diventare un professionista della finanza a tutto tondo, questa è la strada giusta per te.

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Questo perché tutti cercano analisti finanziari certificati, ma ce ne sono ancora pochi.

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Quindi il MIO OBIETTIVO è formare almeno 20 studenti due volte l’anno, farli diventare Analisti Tecnici Certificati e guidarli nel creare la loro strategia di trading personalizzata, cucita su misura per le loro esigenze.

Gli obiettivi di questo affascinante percorso sono 3:

  1. Apprendere le competenze per superare l’esame da Analista Tecnico Finanziario SIAT (Società Italiana di Analisi Tecnica), l’unica associazione riconosciuta a livello nazionale.
  2. Approfondire mediante altre lezioni le competenze per superare l’esame IFTA 1° livello, ossia l’organismo mondiale dell’Analisi Tecnica. A questo proposito porto con molta soddisfazione il titolo di MFTA, il Master internazionale in analisi tecnica. È il riconoscimento più alto e siamo solo in 2 in Italia ad averlo.
  3. Ultimo ma non ultimo obiettivo è quello di creare la tua strategia di trading su misura, fra l’altro questo è proprio l’obiettivo di uno dei livelli più alti dell’IFTA.

Verrai seguito e monitorato costantemente in laboratori pratici, ti spiegheremo come si crea una strategia, perché è importante averla e come si fa a testarla sul mercato.

Io ho la mia strategia Investire in Azioni (MorAle) che mi ha cambiato la vita: è lo sviluppo di un proprio approccio che ti porta ad essere un professionista sul mercato e non un ricopiatore di strategie che quando non vanno dai la colpa al mercato.

I nostri studenti

Ad oggi che leggi quest’articolo abbiamo portato oltre 200 studenti a prendere il SIAT e ognuno di loro ha trovato la propria strada.

Sul nostro gruppo Facebook oppure qui sul sito puoi trovare interviste ad alcuni nostri studenti che oggi sono nel nostro team di traders e formatori come ad esempio Sergio Merletti e Matteo Cacciarelli, con ognuno una storia e una grande esperienza alle spalle di trading e analisi tecnica.

Penso a Davide Cassaghi (Masterclass 2) ad oggi è nel nostro ufficio studi gestione portafoglio ed è un day trader indipendente.

Oppure a Marco Ghielmetti (Masterclass 4) e Flavio Verdirosi (Masterclass 3) che hanno sviluppato tecniche basate su forza relativa e analisi settoriale regalandoci un importantissimo corso di formazione dedicato.

Penso ad Alice [Alìs] Fritsch (Masterclass 3) che non si è accontentata di diventare analista, ma prosegue la strada della consulenza e, ad oggi, lavora con noi anche nel team di formazione consulenti.

Ora ti mostrerò alcuni dati relativi alla retribuzione del lavoro dell’analista tecnico che rientra fra le mansioni dell’analista finanziario.

Quanto guadagna un analista tecnico?

Prima di parlarti degli impieghi lavorativi, snoccioliamo due dati relativi a quanto può guadagnare un analista tecnico.

Ti condivido qui sotto un’immagine di una ricerca fatta dal sito Jobbydoo.it per le offerte di lavoro come analista tecnico finanziario in Italia.

analista tecnico Come in tanti mestieri, il raggiungimento dello stipendio più alto è legato all’esperienza e, naturalmente, alle responsabilità ricoperte nei vari ruoli.

Ecco un grafico dell’andamento dello stipendio medio di un analista tecnico in base alla sua esperienza.

analista tecnico

Non servono molte altre parole per dirti che si tratta di un lavoro molto richiesto: di analisti tecnici bravi, volenterosi, umili e ben preparati ce n’è sempre bisogno.

Cosa fa un analista tecnico finanziario?

Ora parliamo di quelli che possono essere gli sbocchi lavorativi.

Per fare chiarezza ho diviso le opportunità in macro-categorie che andremo ad analizzare una per una.

La cosa interessante è che l’analista tecnico può essere impegnato in più macromondi e mandare avanti più progetti e collaborazioni. Ciò per acquisire sempre più skills possibili e aumentare la sua duttilità ed esperienza.

Il mondo della formazione

Il mondo della formazione è il primo step classico che un professionista appena diplomato, laureato o certificato tende ad affrontare.

Incontra la formazione perché è sempre richiesta la ricchezza di competenze in materia di finanza o comunque di lettura e analisi dei mercati.

Un analista tecnico può collaborare con grandi istituzioni in qualità di formatore tenendo conferenze, webinar, corsi o videocorsi specifici. Può anche scrivere dei libri.

In questo campo, ovviamente, la regola aurea è la passione per l’insegnamento e la qualità del didattica. Ogni analista tecnico formato può fare della propria metodologia un mantra di conoscenza da tramandare ad altri analisi o trader o investitori.

Il mondo della informazione

L’analista deve essere in grado di scrivere analisi e report di mercato che potranno essere pubblicati su riviste di carattere finanziario oppure formare oggetto di rubriche all’interno di giornali non necessariamente di finanza. 

Ancora, può collaborare con blog di carattere finanziario oppure con servizi online di informazione.

Contemporaneamente quindi l’analista tecnico potrebbe tranquillamente avere due collaborazioni part-time dove da una parte può fare formazione e dall’altra può fare informazione.

Il mondo della consulenza

Nell’universo della consulenza, l’analista tecnico trova terreno fertile: come componente di un team di analisti tecnici che lavorano in vista delle scelte finanziarie di un’azienda.

Oppure può essere di supporto ad un consulente finanziario o ad un team di consulenti finanziari per elaborare report di mercato e ampliare le opportunità dei clienti.

Può lavorare per banche, istituti di credito sempre come supporto analitico per le scelte di investimento.

Il mondo della operatività

L’analista tecnico può essere operativo e quindi lavorare come trader per se stesso, per banche o per società di gestione del risparmio (SGR).

Generalmente per questi incarichi più operativi, oltre ai vari certificati o titoli di studio, è richiesto uno storico della propria operatività.

Serve quindi un conto reale attivo con una storicità di almeno 2 anni, unito ad esperienze professionali e titoli di studio.

Il mondo della ricerca e dello sviluppo

È forse il massimo scopo dell’analista tecnico, quello cioè di contribuire all’espansione della materia dell’analisi tecnica con l’apporto di nuove metodologie e strategie, con nuove scoperte nell’ambito dei mercati finanziari.

Diventando analista tecnico certificato SIAT (Società Italiana Analisi Tecnica) oppure IFTA (Federazione Internazionale Analisti Tecnici) entri in un circolo di analisti tecnici professionisti che ogni anno tengono svariati eventi in giro per il mondo sulla finanza, l’analisi tecnica e i mercati finanziari.

Queste società si occupano di divulgare e trasmettere il messaggio dell’analisi tecnica e della missione dell’analista tecnico finanziario.

Ecco perché è importante fare una formazione professionale con analisti tecnici certificati.

Noi, nella nostra scuola, lo facciamo ormai da oltre 5 anni e abbiamo all’attivo oltre 200 analisti tecnici.

Non perdere l’occasione di aprirti le porte al mondo della finanza.

E, mi raccomando, studia la materia finanziaria e l’analisi tecnica con professionisti certificati. D’altronde, se ti fai visitare da un medico, lo vorresti con la laurea, giusto?

Spero di averti presto a bordo.

 

Alessandro Moretti

Analisi Tecnica dei mercati finanziari (2)

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