Molto spesso si sente parlare di strumenti finanziari derivati, ma cosa sono nello specifico e come funzionano?
In questo articolo andremo ad analizzare 3 categorie di strumenti finanziari derivati, cosa sono in parole semplici ed alcuni esempi.
Cosa sono gli strumenti finanziari derivati?
Gli strumenti finanziari derivati sono dei contratti il cui valore dipende dall’andamento di un’attività sottostante.
Le attività in questione che ne determinano l’andamento possono essere sia di natura finanziaria, come nel caso dei titoli azionari, i tassi di interesse e di cambio, gli indici oppure di natura reale come le materie prime.
Gli strumenti finanziari derivati possono essere di due tipi:
- Simmetrici: In questa categoria entrambi i contraenti, acquirente e venditore, si impegnano l’uno con l’altro ad effettuare una compravendita ad una data stabilita precedentemente.
- Asimmetrici: In questa categoria è il solo venditore che è obbligato ad effettuare la volontà del compratore alla scadenza mentre il compratore, pagando un prezzo alla stipula del contratto ha la facoltà di scegliere se acquistare o meno dal venditore.
Esistono poi gli strumenti finanziari derivati over-the-counter (OTC).
Essi vengono negoziati bilateralmente fuori dai mercati regolamentati; questo significa che i contraenti possono stabilire tutte le caratteristiche dello strumento senza regole esterne.
Quali sono gli strumenti finanziari derivati
Sono diversi in realtà, ma per non dilungarsi troppo in questo articolo vedremo solo 3 categorie di strumenti finanziari derivati.
Gli strumenti finanziari derivati più utilizzati sono di gran lunga i futures, ma questo specifico argomento è già stato trattato nel dettaglio nel nostro articolo cosa sono i futures, che ti invito ad andare a consultare.
Per questo oggi ne vedremo altri 3 e nello specifico parlo di:
- I CFD
- Le Opzioni
- I Certificates
I CFD o contract for Difference
I Contract For Difference (CFD) sono strumenti finanziari derivati OTC (cioè non quotati) che permettono ad un investitore, di ricevere il rendimento di un’attività finanziaria sottostante, a fronte di un pagamento di un tasso di interesse verso l’istituzione finanziaria che emette il CFD.
È possibile sia acquistare (long) sia vendere allo scoperto (short) il CFD.

Acquistando un CFD, si acquista solamente il diritto a ricevere dei flussi finanziari legati al sottostante scelto, ma non si possiede fisicamente il sottostante.
Questo comporta che l’investitore si assume il rischio di controparte (dato dall’eventuale fallimento dell’emittente).
I CFD sono OTC, quindi non sono quotati sui mercati regolamentati.
La liquidità sui CFD è garantita dal market maker che solitamente è la società o il broker stesso che emette i CFD.
Lo svantaggio principale di questi strumenti derivati è che è il broker a decidere il bid-ask spread, ma soprattutto il prezzo del sottostante.
Il costo principale dei CFD è lo spread di negoziazione che è scelto dal broker.
Esso è più alto di quello reale del mercato. Inoltre, vi è il rischio di avere un costo di finanziamento overnight molto alto: infatti, chi acquista CFD in genere va in marginazione, cioè utilizza la leva di default.
I vantaggi dei CFD sono la possibilità sia di andare long sia di andare short e la possibilità di replicare qualsiasi tipo di sottostante con qualsiasi controvalore.
Gli svantaggi sono parecchi: i CFD non sono quotati sui mercati regolamentati, il loro prezzo è fatto dal broker, di conseguenza non è trasparente, l’investitore non possiede il sottostante
esponendosi così fortemente al rischio emittente: infatti, se il broker fallisce, nessun sottostante è posto a garanzia.
Vi sono poi gli spread di negoziazione ed i costi legati al finanziamento overnight.
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Strumenti finanziari derivati: Le Opzioni
Le opzioni sono dei contratti che danno la possibilità all’acquirente, contro il pagamento di un prezzo (premio) di acquistare (opzione call) o vendere (opzione put) ad un determinato prezzo stabilito (strike price), ad una determinata data il sottostante che può essere un indice, un’azione, una commodities e così via.
Possono essere quotate oppure OTC e sono solitamente di due tipi:
- le opzioni europee possono essere esercitate solo alla scadenza;
- le opzioni americane possono essere esercitate in qualsiasi momento della loro vita.
Le opzioni sono strumenti molto complessi che grazie a più combinazione da parte di investitori esperti possono portare ad una buona efficienza e protezione del portafoglio.
Essendo complesse però bisogna conoscerle molto bene e per questo sono riservate solo ad investitori e trader più esperti in materia.
Vediamo gli esempi più semplici di come funzionano e possono essere utilizzate le opzioni:

Acquisto opzione call
Se si acquista un’opzione call, si acquista il diritto di acquistare il sottostante ad un determinato prezzo, a fronte del pagamento di un premio; l’operazione è dunque rialzista.
Se il sottostante sale, l’acquirente esercita l’opzione che gli dà il diritto di acquistare il sottostante ad un prezzo più basso rispetto a quello di mercato.
Poiché tuttavia è stato pagato un premio, affinché l’acquirente davvero guadagni, è necessario non solo che il sottostante superi al rialzo lo strike price, ma dovrà superarlo di un valore pari almeno al prezzo pagato per acquistare l’opzione.
Acquisto opzione put
L’acquisto di un’opzione put comporta la facoltà di vendere il sottostante ad un certo prezzo fissato nel contratto, dietro pagamento di un premio: l’operazione è quindi ribassista.
L’acquirente esercita la sua opzione se il prezzo scende, ma inizierà a guadagnare solo se il sottostante superi al ribasso lo strike price meno il premio pagato.
Vendita di un’opzione call o put
La vendita di un’opzione sia call che put espone ad un alto rischio: infatti, se il sottostante sale(vendita di un’opzione call) o scende (vendita di un’opzione put), la perdita per il venditore è pressoché illimitata.
Nella complessità dell’utilizzo delle opzioni oltre a conoscerne il meccanismo si aggiungono le variabili che incidono sul prezzo che sono rispettivamente:
- delta (prezzo del sottostante). All’aumentare del prezzo del sottostante, il prezzo di un’opzione call aumenta, mentre quello di un’opzione put diminuisce e viceversa
- gamma (derivata seconda del sottostante);
- theta (tempo). Maggiore è il tempo a scadenza di un’opzione e maggiori sono le probabilità che a scadenza l’opzione scada con un certo valore e che quindi essa venga esercitata dall’acquirente.
- vega (volatilità). Per l’acquirente di un’opzione, maggiore è la volatilità e maggiore è la probabilità di guadagnare.
- Tasso di interesse (Rho). Se i tassi di interessi salgono, solitamente il premio dell’opzione sale.
Le opzioni sono quotate sul mercato dei derivati dunque gli stessi mercati dei futures.
I costi per l’acquisto di opzioni sono le commissioni applicate dal broker per la negoziazione.
Tra i vantaggi delle opzioni si può annoverare la possibilità di copertura, la possibilità di costruire strategie complesse (come accade per i certificati d’investimento che contengono opzioni e la possibilità di investire su qualsiasi sottostante senza possederlo (infatti, si acquista o si vende il diritto ad acquistare o vendere un sottostante e non il sottostante stesso).
Gli svantaggi delle opzioni sono simili a quelli dei futures: si tratta di strumenti complessi che in genere hanno un controvalore molto elevato.
Strumenti finanziari derivati: I Certificates
I certificati di investimento sono strumenti finanziari derivati che si caratterizzano per un’ampia varietà di profili di rischio/rendimento e consentono pertanto di realizzare soluzioni finanziarie in linea con esigenze d’investimento diverse.
Gli investment certificates sono strumenti finanziari derivati cartolarizzati, ovvero una combinazione di contratti finanziari incorporati in un titolo.
La casa prodotto (emittente) che costruisce il certificato si assume l’obbligo dei pagamenti generati dalla combinazione degli strumenti finanziari che lo compongono
In sostanza si tratta di una serie di opzioni e obbligazioni con cui la banca si finanzia, che vanno a creare un certo certificato di investimento; esso quindi ha una strategia di investimento su un sottostante dato da una composizione di strumenti complessi.
L’emissione in genere avviene al prezzo di 100. Vi è poi un periodo di quotazione in cui il prezzo è pari alla somma dei prezzi delle opzioni e dell’obbligazione zero coupon. Infine, alla scadenza, il certificato viene rimborsato.
Tipologie di certificates
Abbiamo 3 tipologie di certificates principali in base al livello di protezione del capitale:
Certificati a capitale protetto :il payoff potrebbe essere una perdita pari a zero ed un guadagno indicizzato all’andamento del benchmark.
Certificati a capitale condizionatamente protetto: il sottostante può scendere fino ad un determinato livello, detto barriera, senza incorrere in alcuna perdita: infatti, se il sottostante non scende oltre quel livello entro la scadenza, il payoff sarà positivo e fisso.
Al contrario, se il sottostante si porta sotto il livello di barriera, la performance per l’investitore sarà negativa e pari al sottostante.
Certificati a capitale non protetto: l’investitore partecipa interamente alla performance, sia positiva che negativa, del sottostante: in questo caso, vi è il rischio emittente, ma si beneficia della compensazione fiscale.
I certificati sono quotati su SeDeX (Securitised Derivatives Exchange) di Borsa Italiana e su Cert-X di EuroTLX, che dal 01/04/2020 è gestito direttamente da Borsa Italiana.
Nel corso della vita il valore dei certificati può variare in funzione di diverse variabili di mercato quali il valore del sottostante, la volatilità, il dividendo atteso, i tassi di interesse ed il rating della casa emittente.
I vantaggi dei certificati sono la compensazione delle minusvalenze, la possibilità di replica di strategie complesse e di protezione sui mercati azionari nonché l’accessibilità con tagli ridotti, a partire dai 1.000 euro.
Gli svantaggi principali, invece, sono il rischio emittente, la rinuncia dei dividendi staccati da titoli sottostanti, la bassa liquidità, pur essendoci una liquidità minima garantita, e la
complessità.
Abbiamo dunque visto 3 categorie di strumenti finanziari derivati ma ve ne sono certo altri.
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Davide Cassaghi