Non è allarmismo, ma un dato di fatto: il 2030 sarà l’anno zero delle pensioni italiane.
L’apocalisse, la corsa agli sportelli, uno scenario fantascientifico che di fantascienza ha poco.
Se ormai, forse grazie alla pandemia da Covid-19, siamo abituati alla fantascienza, cosa accadrebbe se l’INPS fallisse?
E’ il 2030 l’anno in cui le pensioni saranno a rischio, ma voi potete mettervi al sicuro senza dovervi rinchiudere in un bunker o pensare di razionare le vostre spese.
Con la giusta pianificazione e gli adeguati strumenti, per voi la pensione sarà un paradiso, non vi ho convinto?
Scopriamo di più.
Le cause della caduta del sistema pensionistico
Se l’apocalisse arriva al galoppo di quattro cavalli senza nome, anche nel nostro caso i cavalli non hanno un nome.
O meglio, potrebbero averlo, ma le cause dietro la caduta del sistema sono più di quattro e tutte connesse: dal problema demografico italiano, di cui abbiamo già ampiamente parlato proprio qui sul nostro canale, fino ad un problema strutturale dell’intero sistema.
Perché il 2030 sarà l’anno zero per le pensioni o come detto l’apocalisse?
Perché proprio nel 2030 cominceranno ad andare in pensione i cosiddetti “baby boomers”.
La generazione nata tra il 1964 e 65, quindi forse anche tu che ci guardi o se non te, tuo padre.
Siccome questi saranno veramente tanti (vennero partoriti oltre un milione di bambini in quegli anni), l’Inps potrebbe non essere in grado di garantire a loro e agli altri già in pensione il tanto agognato assegno pensionistico.
La tanto sognata pensione dunque arriverà, ma gli assegni da pagare per l’Inps potrebbero essere troppi e il sistema così è a rischio crash.
Capite bene che il termine apocalisse non è così esagerato?
Quel che è peggio è che non ce lo stiamo inventando, purtroppo.
Le dichiarazioni dell’INPS
La stessa Inps in un’intervista alla Stampa ammette che:
“qualche problema potrebbe esserci fino al 2032, quando poi il sistema sarà tutto contributivo”.
In realtà fino al 2035 non si può stare tranquilli, solo passata quella data, e ovviamente se le casse dell’Inps resisteranno, allora la situazione potrebbe migliorare.
Il cessato allarme si chiuderà però nel 2048 per procedere nel tempo a stabilizzarsi fino al 2060, ma a quell’epoca noi forse avremo altri problemi.
Le cause dell’apocalisse delle pensioni
Le cause sono diverse.
Molte le abbiamo analizzate e ne abbiamo parlato tanto in altri articoli.
Uno dei principali è quello demografico, vi elenco due numeri, proprio due in fila, per darvi un’idea del problema.
In meno di 25 anni passeremo dai 16 milioni di pensionati a 25 milioni.
Cosa significa?
Che se oggi c’è uno sbilanciamento di 150 mila unità nel 2030 sarà di 300 mila.
La percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37% di oggi al 65% nel 2040.
Insomma il doppio del carico previdenziale.
Se le pensioni sono una miseria e sono già a rischio oggi, figuratevi in futuro.
Possiamo scappare dall’apocalisse delle pensioni?
Potrebbero esserci diversi modi per evitare il crollo del sistema.
Non tutti però praticabili.
Il primo: l’Italia dovrebbe crescere di più, economicamente e in popolazione.
Il prof.re Blangiardo, ordinario di Demografia all’Università Bicocca di Milano, rielaborando i dati Istat conferma che per garantirvi la pensione a parità di condizioni, in pratica, servirebbe raddoppiare la produttività.
Capiamo bene che se continuiamo così è impossibile.
Seconda opzione: ridurre la spesa, guardate quanto incide la spesa per le pensioni sul PIL nel corso degli anni,
Impressionante.
Questa seconda opzione si congiunge così ad un altra: quella di una riforma strutturale e permanente dell’intero sistema pensionistico.
Anche in questo caso, forse, potrebbe esserci l’apocalisse e ad ogni modo nutriamo i nostri dubbi che ci si riesca.
Ecco come appare l’influenza della spesa pensionistica a seconda dei diversi adeguamenti normativi.
Vedete come fino al 2030 la situazione è così preoccupante?
E come invece dal 2040 migliora?
Infine, una terza ed ultima via per evitare l’apocalisse è quello di provvedere fin da oggi a costruirsi la propria personale pensione.
Conoscendo quando e con quanto si andrà in pensione, potremo conoscere il gap e puntare a costruire il reddito che vorremmo in pensione.
Unica parola d’ordine è pertanto: essere previdenti!
Mentre ci sarà l’assalto agli sportelli e le rivoluzioni contro l’Inps, voi sarete fieri di voi nell’aver dato retta a questo monito e potrete andare con vostro nipote a giocare con i droni.
Questi articoli, più che fare allarmismo, vorrebbero farvi capire che qualcosa in ambito previdenziale è cambiato e sta cambiando.
Purtroppo ognuno di noi dovrà parlare di pianificazione previdenziale, e capire i passi da fare per non rimanere indietro.
In conclusione… di catastrofico ci sarà poco.. ma solo se ognuno di noi capisce i reali rischi e inizia fin da subito a prendere in mano questo problema.
Se lasciato latente diventa sempre più grande, anno dopo anno, e sempre meno risolvibile.
Voi cosa ne pensate? Quando ci sarà l’apocalisse delle pensioni?
Danilo Zanni