Pensioni: 5 cose che cambieranno nel 2020

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Ecco le 5 cose che cambieranno nel 2020. Cosa ci aspetta per il nuovo anno sul fronte pensioni?

L’argomento pensioni è sempre quello più dibattuto e continua a riempire sempre di più telegiornali e talk show politici.

Si dice qualsiasi cosa, si promette di tutto di più ma poi non si capisce mai effettivamente qual è la realtà dei fatti.

Una premessa per le 5 cose che cambieranno nel 2020 per le pensioni

Prima di cominciare è d’obbligo una grande precisazione.

Tutte le cose che sto per dirvi sono però sempre modificabili.

Eventuali riforme pensioni future potrebbero confermare o stravolgere completamente tutto, riadeguare i requisiti o inventarsene nuove.

Insomma… chi vivrà vedrà ma intanto andiamo a vedere in questo momento 5 cose sappiamo che cambieranno per le pensioni nel prossimo anno.

https://youtu.be/1hrylMSp3pU

Le 5 cose che cambieranno nel 2020 per le pensioni

Andiamo a scoprire quali sono queste 5 cose e analizziamole in maniera semplice ma precisa.

1) Partiamo dalla Pensione di vecchiaia

Come saprete e come abbiamo già detto in altri articoli, per la pensione di vecchiaia sono cambiati i requisiti di età.

Dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2020, le lavoratrici donne possono andare in pensione alla stessa età dei lavoratori uomini.

Questo significa che per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2020 sono necessari almeno 20 anni di contributi versati e la seguente età anagrafica:

  • 67 anni nel 2020; 
  • 67 anni e 3 mesi di età nel 2021 e 2022; 
  • 67 anni e 4 mesi nel 2023-2024; 
  • 68 anni dal 2031 in poi.

Altra condizione da soddisfare per coloro che rientrano nel calcolo contributivo e che quindi non hanno versato contributi prima del 1996, è che l’assegno pensionistico sia almeno 1,5 volte maggiore dell’importo dell’assegno sociale.

Se questo non avviene, per andare in pensione sarà necessario il requisito contributivo che è aumentato proprio a partire dallo scorso anno ed è confermato anche per l’anno 2020.

L’età pensionabile 2020 è quindi pari a 67 anni sia per gli uomini che per le donne.

età pensione

2) La pensione anticipata

Per la pensione anticipata non è prevista un’età specifica ma è sufficiente aver maturato il requisito contributivo minimo.

Anche per il 2020 questo requisito è confermato a:

  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 
  • 41 anni e 10 mesi per le donne. 

Il requisito per la cosiddetta Quota 41 rimane a 41 anni di contributi versati per queste categorie:

  • Chi a 19 anni aveva già maturato 12 mesi di contributi;
  • Gli iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996;
  • I disoccupati senza indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi;
  • Persone che da almeno 6 mesi si prendono cura di un familiare entro il 2° grado di parentela con un handicap grave;
  • Gli invalidi dal 74%,
  • Le persone che hanno svolto i cosiddetti lavori usuranti.

Continuiamo con le 5 cose che cambieranno nel 2020 per le pensioni con la posizione numero, una misura veramente tanto e spesso chiacchierata.

3) Quota 100

Quota 100 è stato un grande cavallo di battaglia della riforma pensioni del primo governo Conte.

L’obiettivo era superare la riforma Fornero e cercare di favorire l’uscita dal mondo del lavoro soprattutto per quei lavoratori che per un requisito o un altro rischiano di rimanere fuori ancora a lungo.

Quota 100 resta in vigore fino al 31 dicembre 2021 e da la possibilità di lasciare il lavoro prima rispetto ai requisiti della pensione di vecchiaia.

Come?

Semplicemente sommando l’età anagrafica e i contributi versati.

Se il risultato è 100 è possibile richiedere al pensione con quota 100.

Attenzione però perché la condizione minima richiesta è avere un’età minima pari a 62 anni e 38 anni di contributi.

Tutto bello peccato però che secondo molti calcoli e a giudicare dalle pochissime domande arrivate all’Inps, andare in pensione con Quota 100 significa anche avere un taglio della pensione mediamente di almeno l’8%.

Facendovi un esempio se un lavoratore guadagna 1200 euro di stipendio va in pensione a 67 anni con un assegno di 900 euro al mese, mentre se lascia il lavoro con quota 100 va in pensione a 62 anni con 828 euro di assegno.

Quindi cosa succederà?

Difficile dirlo ma secondo le ultime notizie il nuovo governo Conte starebbe ragionando per ridurre la platea dei possibili beneficiari.

In ogni caso quota 100 dovrebbe rispettare il suo piano di sperimentazione triennale fino al 31 dicembre 2021.

5 cose cambieranno pensioni

4) Opzione Donna e Ape Social

Eccoci arrivati alla quarta importantissima novità tra le cose che cambieranno in tema pensioni per il 2020.

Come abbiamo visto anche in altri articoli l’opzione donna consente alle donne lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione prima.

Per aderire all’Opzione donna è necessario avere 58 anni (se dipendenti) e 59 anni (se autonome) e si deve essere in possesso di 35 anni contributivi.

Attenzione perché le lavoratrici che aderiscono all’opzione donna accettano che il calcolo della pensione avvenga SOLO con il metodo contributivo.

Questo ovviamente può portare importanti penalizzazioni in termini di soldi.

Ma veniamo alle novità previste per il prossimo anno.

Nel 2020 l’opzione donna potrebbe anche essere estesa alle lavoratrici nate nel 1961 se dipendenti e nel 1960 se autonome.

Inoltre probabile anche la proroga fino alla fine del 2020 dell’APE Social, l’anticipo pensionistico riservato a determinate categorie.

Ma veniamo ora a quella che potrebbe essere la grande novità delle pensioni 2020.

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5) Pensioni di garanzia

Nel programma del nuovo governo Conte è previsto anche un aumento del Fondo previdenziale integrativo pubblico.

Quella che in gergo si chiama pensione di garanzia.

Questo soprattutto per cercare di garantire una vera copertura previdenziale a quei giovani che hanno carriere discontinue con lavori che partono, poi si fermano e poi ripartono.

La nuova pensione di garanzia per il momento è solo una bozza che si basa sul rendere cumulabile il basso trattamento che matureranno tra 20-30 anni i nati dopo gli anni ’70 con assegni sociali o con strumenti di sostegno al reddito per le fasce povere.

La bozza prevede quindi di togliere quel vincolo di cui parlavamo all’inizio dell’assegno Inps che deve essere 1,5 volte il minimo.

Questo per rendere l’accesso alla pensione molto più flessibile e per garantire la pensione senza correre il rischio di dover arrivare a superare i 70 anni per andare in pensione.

Ma di questo e di altro si parlerà molto nei prossimi mesi.

Quello che vi consiglio è di continuare a seguirci per restare sempre aggiornati su tutte le possibili evoluzioni.

E voi cosa ne pensate di queste novità per il 2020?

Fatemelo sapere nei commenti

Danilo Zanni